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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

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Bendinelli, Goffredo: Monumenta lanuvina
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https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0204

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MONUMENTA LANUVINA

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in gran parte, insieme con la cinta delle mura, è tuttavia
probabile che la porta di accesso all'acropoli fosse ri-
masta intatta. Si presenta quindi l'ipotesi che il gruppo
dei cavalieri fosse appunto collocato al sommo di questa
porta, colla fronte rivolta a mezzogiorno, verso la
città e verso chi saliva all'acropoli. Nessuna colloca-
zione, invero, più dominante e più adatta di questa per
un solenne gruppo di aspetto marmoreo trionfale, con
il tempio a destra ed altri imponenti e monumentali
edifici pubblici a sinistra ; in basso, ai piedi dell'acropoli,
la città. Anche il gruppo equestre, a giudicare dallo stile
dei frammenti, può essere bene riferito al secondo se-
colo dell'Impero, come contemporaneo, o quasi, alla co-
struzione dei grandi portici. Onde bisogna convenire che
nel secondo secolo, con gli Antonini, Lanuvio conobbe
un periodo di vero splendore e vide rifiorire di vita no-
vella la collina dell'acropoli, con le sue fabbriche pub-
bliche, i suoi templi, i suoi monumenti onorari.

A nord delle fabbriche descritte, verso la sommità
del colle, a sinistra della strada, sorgeva nel medio evo
la chiesetta di S. Lorenzo dei monaci Benedettini.
È tuttora evidente come per le loro fabbriche i monaci
dovettero giovarsi delle antiche costruzioni, adattandole
ai propri fini. La località e più precisamente nota sotto
il nome di Conventaccio, là dove sorge un recinto di
forma trapezoidale, largo m. 15, lungo 19, che si ritiene
appartenga all'antica chiesa minata (tav. I, R). È certo
però che i muri in calcestruzzo, dello spessore dim. 1,20,
sono di età imperiale, come le precedenti costruzioni.
Si ritiene giustamente che questo recinto appartenesse
in origine a una conserva d'acqua, oggi tutta interrata e
perciò più facile a essere identificata ai tempi del Nibby,
che la descrive come « una conserva a tre aule, rette
da cinque pilastri ciascuna (1). Questa conserva d'ac-
qua, costruita presso la sommità del colle, era destinata
evidentemente a soddisfare alle esigenze della città sot-
tostante, comprese le pubbliche terme. Le quali, a "in-
dicare dal rinvenimento dell'epigrafe G. I. L., XIV,
n. 2119, erano situate esattamente ai piedi del colle
S. Lorenzo, nel punto dove sorge ora la Residenza Mu-
nicipale. Località convenientissima questa per un
edificio termale, a causa soprattutto del basso livello,
che permetteva di raccogliere tutte le acque utilizzabili
dai diversi punti della città. L'acqua fornita dalla con-

f1) Nibby, op. cit„ II, p. 178. Ofr. inoltro l'articolo di A. Ca-
poti cit. sopra .a col. 301, n. 1.

serva costruita sulla collina, scendeva poi alle Terme,
alimentando lungo il percorso; di qualche centinaio di
metri, fontane e ninfei, e rallegrando così l'aspetto delle
terrazze in cui si spianavano le falde della collina. Ad
uno di questi ninfei apparteneva probabilmente il torso
marmoreo di Nereide uscente dalle onde, rinvenuto
negli scavi Savile e riprodotto nella citata fotografia
Moscioni, n. 20280.

Sul lato esterno del muro sud del recinto, dove ade-
risce ancora la parte inferiore della torre campanaria
dell'antica chiesa (fig. 29), rimane una serie dinicchioni,
cinque in tutto, esternamente costruiti in opera reti-
colata e racchiusi dentro un'ampia vasca larga m. 2,50,
lunga m. 16. Al di sopra di questa fila di nicchie si os-
servano le tracce di un'altra fila di nicchie più alte, di
cui non restano che i muri divisori ad opera reticolata.
La costruzione offriva un giorno alla vista l'aspetto di
un ben costrutto e decorato ninfeo, con nicchioni su due
piani e relative cascate d'acqua, con ornamenti incro-
stati di pietra pomice, conchiglie e mosaici colorati,
di cui restano misere tracce. A destra del ninfeo si os-
serva la pianta di un vano lungo rettangolare, dove
rimangono i resti di un pavimento di mosaico bianco,
incorniciato da una fascia nera.

Le estreme propaggini del colle, a sud dell'antica
cinta murata e dei portici monumentali, presentano
pure tracce di antiche costruzioni, che, sebbene modeste,
non possono a meno di trovar posto in questa tratta-
zione generale sull'antica topografia del versante me-
ridionale del colle San Lorenzo. Poco al di sotto
della moderna Villa Sforza e presso il piazzale recen-
temente livellato per la stazione della tramvia elettrica
(tav. I, S) sono i resti di grandi nicchie, o vani, con
muri divisori ad opera reticolata e laterizia e volta a
tutto sesto (fig. 17). Questi vani, forse costruiti ad uso
di magazzini, il cui piano originario è certamente poco
al di sotto dell'attuale, hanno come muro comune
di fondo il muro di sostegno della più bassa terrazza
a sud-ovest della collina, e fanno parte della sistema-
zione monumentale data alla località nel II secolo. Il
muro di sostegno aveva uno sviluppo non perfetta-
mente regolare, da nord a sud, con i resti di sei nic-
chioni tuttora conservati.

Immediatamente più a sud (tav. I, T) rimangono
le tracce di una via lastricata, diretta da occidente
ad oriente e incrociantesi ad angolo retto con l'antica
 
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