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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

DOI Artikel:
Minto, Antonio: Le terme romane di Massaciuccoli
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https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0261

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LE TERME ROMANE DI MASSACIUCCOLI

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Il nomo di bugno di Nerone dato a queste terme
risponde ad una leggenda popolare locale sorta fra
il Cinquecento ed il Seicento (1). Altri ruderi di terme
romane anche vicine, come ad esempio quelle di Pisa,
furono battezzati con tale nome. Alla leggenda popo-
lare fa riscontro la tradizione erudita sulla interpre-
tazione e destinazione dell'antico edificio. Gli eruditi
del Cinquecento, che primi tentarono di ricollegare tali
avanzi con la topografia locale, fecero capo alla fonte

culis (x) si è riconosciuto nel porto di Massaciuccoli
il porto Labrone, e sul monte Aquilata si è immaginalo
esistesse l'antico faro, nel luogo ove sorse poi il castello
dei Balbani, distrutto nel 1314 da Uguccione della
Faggiola (2). La congettura del Fanum Herculis'm Mas-
saciuccoli è stata per la prima volta lasciata in disparte
dal Targioni Tozzetti (3) che, riconoscendo nei ruderi
i resti di un bagno, pensò dovessero porsi piuttosto
in relazione con una villa patrizia romana. Ma il Cor-

Frammento di una lastra marmorea decorata di bassorilievi figurali sulle due Eacce.

più autorevole del tempo, a Tolomeo: e pensarono allo
Isfjòv 'HgaxXtovg che il geografo colloca tra le foci del-
l'Arno e Limi (Ptolaemei Geogr. 3, 1, 43). Tale con-
gettura, che troviamo già espressa nelle cronache mss.
di Lucca di Sebastiano Puccini (2), ha perdurato fino
al secolo scorso. Così basando delle congetture sopra
un errore topografico di Tolemeo, che la critica mo-
derna ha posto in evidenza (3), accanto al Fanum Her-

(x) Cfr. Sardi, Vie romane e medievali nel territorio lucchese
n Atti della li. Accademia Lucchese di scienze lettere ed arti, tomo
XXXIV, p. 1Ò6.

(2) Mss. cit. del R. Arch. di Stato di Lucca (coli. Orsucci, n. 42).

(3) Tutti i dotti sono ormai concordi nell'ammettere errata
in Tolemeo l'ubicazione dello legòy 'HoaxXéov; tra le foci del-
l'Arno e Luni ; mentre si ritiene di poter identificare tale località
con la mansio ad Hcrculem fra Pisa ed i Vada Volaterrana. In
quanto poi a Porto Labrone, ricordato da Cicerone (Epist. ad

clero di S. Quintino (4), legato all'antica tradizione eru-

Quintum fratrem, II, 6, 3) vicino ad un tempio di Ercole, si è pen-
sato di identificarlo con Salebro (Castiglion della Pescaia). Cfr.
Pellegrini, in Notizie degli Scavi, 1901, p. 200; Solari, Il territorio
lunese-pisano in Annali Univ. Toscane, 29, 1910, p. 38.

I1) A testimoniare tale interpretazione erudita e la sua dif-
fusione notiamo che, con la denominazione di Ruins of a tempie
of Herculis, trovansi rappresentati i ruderi delle terme nel di-
segno inciso in rame di Richard Pococke in Description of the
East and some other countrie, voi. II, parte 2", tav. XCVI.

(a) Seb. Donati (Notizie istoriche del Serchio, suoi antichi
nomi e differente corso, p. 10 sg., nota l1) parla di tale identifica-
zione del faro dell'Aquilata fra i ruderi del castello dei Balbani
e di uno studio dimostrativo del canonico Giuseppe Cipriano di
Poggio con il parere favorevole del noto antiquario barone di
Stosch.

(3) Cfr. Targioni-Tozzetti, op. cit., I, pp. 453, 456.

(4) Cfr. G. Corderò di S. Quintino, op. cit., in Antologia di
O. P. Vieusseux, 1820, tomo X, ri. XXIX, p. Ili ; cfr. pure Trenta,
op. cit., pp. 145, 147.
 
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