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A LB INTIMIMI! M
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colari (1). Solo in pochissimi vasi il bollo è ripetuto in
giro nel fondo interno (8) : in tutti gli altri il bollo è im-
presso nel centro.
Nei prodotti delle officine galliche, pure raccolti ad
, Albintimilium, cessa la descritta varietà di cartelli : sono
sempre rettangolari coi lati minori un poco arrotondati,
sempre nel centro del fondo interno, spesso male im-
pressi, e talora il bollo manca affatto. Sovente al nome
del figulo è aggiunto F(ecit) oppure 0 F(fìcina) o qualche
volta M(anu). Nei prodotti aretini ed italici in genere
assai di rado si trovarono queste aggiunte (così in un
esemplare intirniliese L. TeMius Samias F).
*
* *
Quando decaddero e finirono le officine di Arezzo,
anche ad Albintimilium si importarono i vasi di terra
sigillata dei figlili gallici transalpini. I bolli qui raccolti
sono in genere gli stessi che ritroviamo in tutto ilmondo
romano occidentale, e che sono particolarmente numerosi
nella finitima provincia narbonese : Mommo, Sabinus,
Vitalis, attivi già prima della rovina di Pompei (3) e
appartenenti ad officine che lasciarono tracce presso
l'odierna Graufesenque (Aveyron) ; Cantus(?), Masculus,
Salto, Silvanus (*), di queste stesse officine.
Le quali colla fine del I secolo dell'era volgare vanno
estinguendosi, e lasciano il campo ad altre, già da tempo
concorrenti, che vanno fiorendo dove oggi è Lezoux
(Puy-de-Dòme). A queste sembra appartenesse Primulus,
altro nome letto nelle tombe intimiliesi. Molto altre coppe
e patere qui raccolte, con bollo male impresso e talvolta
anepigrafi, furono, con molta probabilità, fabbricate a
Lezoux. Il nome Secundus che leggesi su vasi intimiliesi
con caratteristiche galliche può essere tanto di Grau-
fesenque quanto di Lezoux (B): un altro, Biracillus (Bi-
(1) Bolli di Perennius e Murrius (?).
(2) Bolli di Ateius e Tettius.
(3) Journal of roman studies, IV, 1, 1914, p. 27 (Mommo
r Vitalis); Déchelette, op. cit., I, p. 100 (Sabinus). Nel sep. 53
di Ventimiglia erano insieme due vasi, uno Vitalis, l'altro Sabinus.
(4) Bolli col nome di Silvanus si trovarono in Piemonte
ad Aosta (Notizie d. Scavi, 1894, p. 372) e ad Augusta Bagienno-
rum (Notizie d. Scavi. L901, p. 41f> : Atti della Soc. piem. d'arch.,
VII, p. 24). In Italia se ne trovarono anche in altri luoghi (C. I. L.,
X, 8056, 334 ; XI, 6700, 642 ; XV, 5598). L'elenco dei flguli di
Graufesenque è in Déchelette, op. cit., p. 81 segg.
(') Questo nome si trova anche nell'Italia centrale (C. I. L.,
XI, 6700 passim), dove trattasi verosimilmente di vari figuli
aretini o italici.
raci), è d'un figulo la cui officina esisteva già alla metà
del I secolo d. Cr. dove ora è Banassac
Tutti questi bolli nei sepolcri intimiliesi sono su vasi
a pareti liscie delle forme Drag. 18, 27, 31 (v. figura 41).
Fino ad ora non si raccolsero fra la suppellettile delle
tombe quelle coppe esternamente tutte ornate a rilievo
con figure umane, animali, ricchi fregi vegetali, che i
medesimi figuli producevano, e segnavano dellorobollo.
Se ne trovarono invece frammenti nel materiale di
scarico fra i sepolcri e in quello del teatro e della parte
settentrionale della città (a).
Le accennate patere e coppe liscie sono in numero
piuttosto notevole, e, a differenza delle aretine, non va-
riano che di poco nelle dimensioni, rimanendo perfetta-
mente eguali nelle varie forme e nelle proporzioni delle
varie parti in ciascuna forma. Parecchie forme hanno i
medesimi bolli di taluno dei figuli sopra nominati (3) ;
e poiché forme e bolli si trovano frammisti nelle stesse
tombe, è lecito dedurne la loro contemporaneità almeno
parziale.
Associate erano nei sepolcri stessi anche numerose
coppe e patere ad orlo svasato, sul quale per lo più cor-
rono foglie cordiformi (fig. 41 d, e, f), varianti solo nelle
dimensioni. Sono tutte anepigrafi, e il loro uso sembra
siasi protratto al III secolo. In modo forse troppo asso-
luto vennero attribuite tutte alle officine di Lezoux (4).
Bella e rara la patera ansata della fig. 41 g.
Le patere e coppe anepigrafi del sep. 145 (fig. 42)
sono di impasto meno fine delle altre, hanno vernice
corallina meno resistente, e richiamano per la loro
forma i tipi ascritti al II secolo.
*
* *
I vasi di terra sigillata, per quanto, trattandosi di
oggetti fini, possano essere stati conservati a lungo nelle
case, servono a indicare in certi limiti, benché poco pre-
cisi, l'età dei varii sepolcri. Suppliscono così alla man-
(!) Un altro Biracillus o Biragillus era autore di vasi ornati
in officina di sede indeterminata (Déchelette, op. cit., I, p. 118
e 213). In minor numero che nella Narbonese, sembra che i pro-
dotti ed i bolli dei figuli gallici si trovino in Piemonte: così nella
zona di Augusta Bagiennorum (Notizie d. Scavi, 1897, p. 444 ;
Atti della Soe. pieni, d'arch., VII, p. 189, ecc.).
(2) Vedi Appendice.
(3) Vedi Appendice.
(4) Déchelette, op. cit., II (vasi ornati a mezzo della « bar-
botine »), p. 309 segg.
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colari (1). Solo in pochissimi vasi il bollo è ripetuto in
giro nel fondo interno (8) : in tutti gli altri il bollo è im-
presso nel centro.
Nei prodotti delle officine galliche, pure raccolti ad
, Albintimilium, cessa la descritta varietà di cartelli : sono
sempre rettangolari coi lati minori un poco arrotondati,
sempre nel centro del fondo interno, spesso male im-
pressi, e talora il bollo manca affatto. Sovente al nome
del figulo è aggiunto F(ecit) oppure 0 F(fìcina) o qualche
volta M(anu). Nei prodotti aretini ed italici in genere
assai di rado si trovarono queste aggiunte (così in un
esemplare intirniliese L. TeMius Samias F).
*
* *
Quando decaddero e finirono le officine di Arezzo,
anche ad Albintimilium si importarono i vasi di terra
sigillata dei figlili gallici transalpini. I bolli qui raccolti
sono in genere gli stessi che ritroviamo in tutto ilmondo
romano occidentale, e che sono particolarmente numerosi
nella finitima provincia narbonese : Mommo, Sabinus,
Vitalis, attivi già prima della rovina di Pompei (3) e
appartenenti ad officine che lasciarono tracce presso
l'odierna Graufesenque (Aveyron) ; Cantus(?), Masculus,
Salto, Silvanus (*), di queste stesse officine.
Le quali colla fine del I secolo dell'era volgare vanno
estinguendosi, e lasciano il campo ad altre, già da tempo
concorrenti, che vanno fiorendo dove oggi è Lezoux
(Puy-de-Dòme). A queste sembra appartenesse Primulus,
altro nome letto nelle tombe intimiliesi. Molto altre coppe
e patere qui raccolte, con bollo male impresso e talvolta
anepigrafi, furono, con molta probabilità, fabbricate a
Lezoux. Il nome Secundus che leggesi su vasi intimiliesi
con caratteristiche galliche può essere tanto di Grau-
fesenque quanto di Lezoux (B): un altro, Biracillus (Bi-
(1) Bolli di Perennius e Murrius (?).
(2) Bolli di Ateius e Tettius.
(3) Journal of roman studies, IV, 1, 1914, p. 27 (Mommo
r Vitalis); Déchelette, op. cit., I, p. 100 (Sabinus). Nel sep. 53
di Ventimiglia erano insieme due vasi, uno Vitalis, l'altro Sabinus.
(4) Bolli col nome di Silvanus si trovarono in Piemonte
ad Aosta (Notizie d. Scavi, 1894, p. 372) e ad Augusta Bagienno-
rum (Notizie d. Scavi. L901, p. 41f> : Atti della Soc. piem. d'arch.,
VII, p. 24). In Italia se ne trovarono anche in altri luoghi (C. I. L.,
X, 8056, 334 ; XI, 6700, 642 ; XV, 5598). L'elenco dei flguli di
Graufesenque è in Déchelette, op. cit., p. 81 segg.
(') Questo nome si trova anche nell'Italia centrale (C. I. L.,
XI, 6700 passim), dove trattasi verosimilmente di vari figuli
aretini o italici.
raci), è d'un figulo la cui officina esisteva già alla metà
del I secolo d. Cr. dove ora è Banassac
Tutti questi bolli nei sepolcri intimiliesi sono su vasi
a pareti liscie delle forme Drag. 18, 27, 31 (v. figura 41).
Fino ad ora non si raccolsero fra la suppellettile delle
tombe quelle coppe esternamente tutte ornate a rilievo
con figure umane, animali, ricchi fregi vegetali, che i
medesimi figuli producevano, e segnavano dellorobollo.
Se ne trovarono invece frammenti nel materiale di
scarico fra i sepolcri e in quello del teatro e della parte
settentrionale della città (a).
Le accennate patere e coppe liscie sono in numero
piuttosto notevole, e, a differenza delle aretine, non va-
riano che di poco nelle dimensioni, rimanendo perfetta-
mente eguali nelle varie forme e nelle proporzioni delle
varie parti in ciascuna forma. Parecchie forme hanno i
medesimi bolli di taluno dei figuli sopra nominati (3) ;
e poiché forme e bolli si trovano frammisti nelle stesse
tombe, è lecito dedurne la loro contemporaneità almeno
parziale.
Associate erano nei sepolcri stessi anche numerose
coppe e patere ad orlo svasato, sul quale per lo più cor-
rono foglie cordiformi (fig. 41 d, e, f), varianti solo nelle
dimensioni. Sono tutte anepigrafi, e il loro uso sembra
siasi protratto al III secolo. In modo forse troppo asso-
luto vennero attribuite tutte alle officine di Lezoux (4).
Bella e rara la patera ansata della fig. 41 g.
Le patere e coppe anepigrafi del sep. 145 (fig. 42)
sono di impasto meno fine delle altre, hanno vernice
corallina meno resistente, e richiamano per la loro
forma i tipi ascritti al II secolo.
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I vasi di terra sigillata, per quanto, trattandosi di
oggetti fini, possano essere stati conservati a lungo nelle
case, servono a indicare in certi limiti, benché poco pre-
cisi, l'età dei varii sepolcri. Suppliscono così alla man-
(!) Un altro Biracillus o Biragillus era autore di vasi ornati
in officina di sede indeterminata (Déchelette, op. cit., I, p. 118
e 213). In minor numero che nella Narbonese, sembra che i pro-
dotti ed i bolli dei figuli gallici si trovino in Piemonte: così nella
zona di Augusta Bagiennorum (Notizie d. Scavi, 1897, p. 444 ;
Atti della Soe. pieni, d'arch., VII, p. 189, ecc.).
(2) Vedi Appendice.
(3) Vedi Appendice.
(4) Déchelette, op. cit., II (vasi ornati a mezzo della « bar-
botine »), p. 309 segg.