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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Rellini, Ugo: La grotta delle felici a Capri
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0168
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LA GROTTA DELLE FELCI A CAPRI

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ramica rozzissima, forse neolitica, di cui ho potuto
vedere troppo scarsi saggi; inoltre egli raccolse un
bellissimo scalpello di giadeite, ed una grossa accetta
di calcare silicifero, verdastro, dell'isola.

Sulla via Tiberio, nel fondo Mongiardino, fu rac-
colta una bella accetta di diorite di perfetto tipo trian-
golare : un'altra accettina verde si è raccolta in un
fondo presso Tragara, entrambe conservate ora a Na-
poli nell'Istituto antropologico.

Dovrebbe farsi un saggio nella Gratta detta Pesco,
presso Anacapri. Non potè invece confermarsi la
notizia, data dal Bonucci, del rinvenimento di selci
manufatti in ima grotta ossifera alla Croce di S. Mi-

chele. Le ricerche, istituitevi in seguito, la dimostra-
rono sterile.

Le prime scoperte paletnologiche nell' isola di
Capri si debbono al dott. Ignazio Cerio, beneme-
rito anche per aver raccolto con zelo materiali natu-
ralistici dell' isola.

Le tracce apparse dimostrano che l'isola conserva
le testimonianze delle varie età preistoriche : possiamo
ritenere che le ricerche metodiche saranno feconde
di risultati.

Ma dalle future indagini soprattutto attendiamo
risposta a problemi più generali, che riguardano l'uomo
quaternario. Perchè, se è indubitabile che le genti
paleolitiche vissero nell'isola e lasciarono sulla terrazza
della Certosa i tipici amigdaloidi sepolti nel lehm vul-
canico, altri elementi, rispetto specialmente la cro-
nologia di quei depositi, debbono essere acquisiti alla
nostra conoscenza per tentare di stabilire un sincro-
nismo con i depositi risswurmiani del Venosino (1).

(•) Rollini. SuIU stazioni quaternarie di tipo «rhelléen»
dell'agro venosino, in Memorie Acc. dei Lincei, voi. XV. 1915,
fase. II, ci. se. mor,

li. - Gli oggetti di pietra e di osso.

Coltellini e punte di ossidiana e di selce. — Sono
frequenti i coltellini di ossidiana di tipo neolitico che
ho raccolti, per lo più, infranti. Non manca qualche
punta incurvata (fig. 2).

La selce 6 scarsissima. Non ho potuto raccogliere se
non un paio di schegge informi: nessuna cuspide di
freccia. Ho rinvenuto due belle lame silicee: una
di piromaca bionda agatoide, traslucida; l'altra ros-
siccia, lavorata su tutto il contorno. Già la scarsezza
della selce era stata notata dal De Biasio, che ne ci-
tava solo tre pezzi. Ma deve qui richiamarsi il ma-

2.

gnifico pugnale siliceo (fig. 3), raccolto dal Cerio.
E di tipo stiloide a tallone, di selce grigio-chiara mac-
chiata, lungo 180 cm., con faccia inferiore piana, con
la superiore ritoccata con grandissima cura su tutto
il contorno. Tali superbi esemplari accennano ad una
fase finale della civiltà della pietra, così in Italia come
in Francia. Dalle indagini del Colini risulta che spet-
tano alle età eneolitica e si diffusero dai centri del-
l'Italia meridionale. Si conservano nel Preistorico di
Roma esemplari delle tombe eneolitiche del Beneven-
tano, della necropoli di contrada Fiumane, nel co-
mune di Gesualdo in prov. di Avellino, delle tombe
di Monteroduni e Pozzilli in prov. di Campobasso,
dei sepolcri di S. Cosimato (fra Vicovaro e Cantalupo
Mandela). Tra gli esemplari sporadici possono ricor-
darsi i due di S. Severo, raccolti dall'Angelucci, dei
quali il maggiore spezzato ò lungo circa cm. 22

(x) Rollini, Essai de classification des couteaux et des armes
cu silex, applicarle à Vi fois à VEurope et à V Amerique, in L'A-n-
thropologie, XXXVI II, 1917; Angelucci, Ricerche ator. e prei-
stàtiche nell'Italia mcrìdion,, tav., fig. Ili,
 
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