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LA GROTTA DELLE FELCI A CAPRI
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Questa varietà si trovò diffusa, in taluni depositi
eneolitici italiani, e me ne occupai altrove (x).
È da notare che non solo su frammenti di vasi fini,
ma anche sotto qualche orlo di vaso rozzo e grande com-
paiono fori rotondi, che possono in tal caso interpre-
tarsi come destinati ad assicurare un coperchio piut-
tosto che a sospendere il vaso. Come già ebbi a rilevare,
i fori che compaiono su frammenti ceramici non si pos-
sono interpretare sempre nello stesso modo (2).
Per quanto riguarda la tecnica costruttiva, avverti-
remo che non manca qualche saggio della così detta
« coiled-pottery ».
Non ostante l'apparenza simile, cotesti frammenti
non vanno confusi con taluni decorati «a squamme »
mediante impressioni fìtte ottenute con la stecca, di cui
già avevo raccolto qualche saggio nelle capanne di
Latrònico. Qualche pezzo ne aveva raccolto a Capri
anche il Cerio (3).
La decorazione « a squamme », diffusa, benché parca-
mente, in strati neo-eneolitici, talora confusa con la
■i coiled-pottery », meriterebbe d'esser meglio conside-
rata. Per i depositi fuori della penisola, ora ricordo sol-
tanto quello di Hai Sameni a Malta, di cui si conservano
saggi nel Preistorico di Roma.
IV. - La ceramica dipinta.
Passo a descrivere alcuni saggi della ceramica di-
pinta, che ho raccolto nella gròtticella con le ossa umane
e nella trincea, lungo la parete settentrionale dell'antro,
specialmente nello strato inferiore.
È sempre ceramica fatta a mano, ben depurata
e ben cotta, ben levigata: talora a stralucido rosso,
qualche volta gialliccia, opaca.
Sono frammenti sempre di tazze o poculi col fondo
emisferico, col collo alto, con l'orlo semplice.
La decorazione è lineare, dello stesso semplicissimo
e pur elegante stile.
(!) Rollini. Canrìiette e ripari preistorici dell'agro falisco,
in Mon. aut., XXVI, 192''., pag. 01 sg.
(2) Rollini. Osserva?, e ricerche sull'etnografia preistorica
dette Marche, in Atti soe. dei notar, e matem., Modena, 1912;
iil. / villaggi preistorici trincerati di Molerà, in Atti della Soe.
rotiamo di antropologia, XXIII, 1919, pa2. 7(1.
(3) Cfr; De Biasio loc. e il. p. 64), che la dico con formata
ad embrice mediante rial/:) e depressioni.
1. — Alla bocca della grotticella ho raccolto un vaso
spezzato dipinto di argilla rossiccia, di bella sagoma.
Ha il fondo emisferico ben distinto dallaparete, che rien-
tra alquanto mediante una carena. Manca la parte supc-
riore del vaso : quindi non si conosce l'orlo, che fu proba-
bilmente semplice come in tutti gli altri vasi dipinti
(tav. I, fig. 2).
Ha un sottile spessore, non sempre uguale, nè ugual-
mente lisce sono le pareti; è di buona cottura, ma al-
quanto screpolato. Le due superfici e gran pafte dello
spessore sono di color rossiccio ; solo in qualche punto
lo spessore ha qualche traccia grigia.
Presenta alla carena una assai piccola sporgenza
mammillonare traversata da un sottile foro non per-
fettamente verticale, fatto con uno stecco. A breve di-
stanza si scorgono le tracce di un'altra simile e piccola
sporgenza forata: ma, mentre la prima è ricavata dalla
pasta stessa del vaso, questa seconda vi fu. applicata,
e però la rottura l'asportò completamente, lasciandone
solo la traccia. È probabile che le sporgenze, funzionanti
da ansa per sospendere il vaso, fossero quattro.
Sulla gola si distingue una pittura costituita da una
fascia verticale di sette lince sottili brune, spezzate
a metà. Ma altri fasci verticali simili dovevano deco-
rarlo, poiché ne appaiono sbiadite tracce, come pure
sbiadite appaiono le tracce di quattro segmenti disposti
a rombo, che circondavano l'ansetta spezzata.
Altezza del vaso, cm. 10; diametro cm. 11.
2. — Grande tazza a l'ondo emisferico, con lieve
accenno di carena, col corpo cilindrico con l'orlo sem-
plice: l'ansa robusta è ad anello impostato vertical-
mente e fu probabilmente unica (tav. Il, fig. 8).
I due grossi frammenti del vaso ci permettono ri-
costruire in modo sicuro la sagoma.
È di argilla depurata, di color chiaro, appena ten-
dente al rossiccio. Le pareti robuste si rastremano
all'orlo del vaso. Buona cottura (altezza cm. 12).
È decorato sull'alto collo da una serie di grandi trian-
goli: alternano triangoli con la base appoggiata all'orlo
e triangoli con la base poco sopra la carena. Ciascun
triangolo è costituito da due gruppi di linee laterali, in
numero di cinque per parte, che si incontrano al vertice,
e da due linee perpendicolari alla base del triangolo.
Queste linee non sono tracciate con sicurezza.
Fu raccolto nella parte media della grotticella
funeraria.
LA GROTTA DELLE FELCI A CAPRI
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Questa varietà si trovò diffusa, in taluni depositi
eneolitici italiani, e me ne occupai altrove (x).
È da notare che non solo su frammenti di vasi fini,
ma anche sotto qualche orlo di vaso rozzo e grande com-
paiono fori rotondi, che possono in tal caso interpre-
tarsi come destinati ad assicurare un coperchio piut-
tosto che a sospendere il vaso. Come già ebbi a rilevare,
i fori che compaiono su frammenti ceramici non si pos-
sono interpretare sempre nello stesso modo (2).
Per quanto riguarda la tecnica costruttiva, avverti-
remo che non manca qualche saggio della così detta
« coiled-pottery ».
Non ostante l'apparenza simile, cotesti frammenti
non vanno confusi con taluni decorati «a squamme »
mediante impressioni fìtte ottenute con la stecca, di cui
già avevo raccolto qualche saggio nelle capanne di
Latrònico. Qualche pezzo ne aveva raccolto a Capri
anche il Cerio (3).
La decorazione « a squamme », diffusa, benché parca-
mente, in strati neo-eneolitici, talora confusa con la
■i coiled-pottery », meriterebbe d'esser meglio conside-
rata. Per i depositi fuori della penisola, ora ricordo sol-
tanto quello di Hai Sameni a Malta, di cui si conservano
saggi nel Preistorico di Roma.
IV. - La ceramica dipinta.
Passo a descrivere alcuni saggi della ceramica di-
pinta, che ho raccolto nella gròtticella con le ossa umane
e nella trincea, lungo la parete settentrionale dell'antro,
specialmente nello strato inferiore.
È sempre ceramica fatta a mano, ben depurata
e ben cotta, ben levigata: talora a stralucido rosso,
qualche volta gialliccia, opaca.
Sono frammenti sempre di tazze o poculi col fondo
emisferico, col collo alto, con l'orlo semplice.
La decorazione è lineare, dello stesso semplicissimo
e pur elegante stile.
(!) Rollini. Canrìiette e ripari preistorici dell'agro falisco,
in Mon. aut., XXVI, 192''., pag. 01 sg.
(2) Rollini. Osserva?, e ricerche sull'etnografia preistorica
dette Marche, in Atti soe. dei notar, e matem., Modena, 1912;
iil. / villaggi preistorici trincerati di Molerà, in Atti della Soe.
rotiamo di antropologia, XXIII, 1919, pa2. 7(1.
(3) Cfr; De Biasio loc. e il. p. 64), che la dico con formata
ad embrice mediante rial/:) e depressioni.
1. — Alla bocca della grotticella ho raccolto un vaso
spezzato dipinto di argilla rossiccia, di bella sagoma.
Ha il fondo emisferico ben distinto dallaparete, che rien-
tra alquanto mediante una carena. Manca la parte supc-
riore del vaso : quindi non si conosce l'orlo, che fu proba-
bilmente semplice come in tutti gli altri vasi dipinti
(tav. I, fig. 2).
Ha un sottile spessore, non sempre uguale, nè ugual-
mente lisce sono le pareti; è di buona cottura, ma al-
quanto screpolato. Le due superfici e gran pafte dello
spessore sono di color rossiccio ; solo in qualche punto
lo spessore ha qualche traccia grigia.
Presenta alla carena una assai piccola sporgenza
mammillonare traversata da un sottile foro non per-
fettamente verticale, fatto con uno stecco. A breve di-
stanza si scorgono le tracce di un'altra simile e piccola
sporgenza forata: ma, mentre la prima è ricavata dalla
pasta stessa del vaso, questa seconda vi fu. applicata,
e però la rottura l'asportò completamente, lasciandone
solo la traccia. È probabile che le sporgenze, funzionanti
da ansa per sospendere il vaso, fossero quattro.
Sulla gola si distingue una pittura costituita da una
fascia verticale di sette lince sottili brune, spezzate
a metà. Ma altri fasci verticali simili dovevano deco-
rarlo, poiché ne appaiono sbiadite tracce, come pure
sbiadite appaiono le tracce di quattro segmenti disposti
a rombo, che circondavano l'ansetta spezzata.
Altezza del vaso, cm. 10; diametro cm. 11.
2. — Grande tazza a l'ondo emisferico, con lieve
accenno di carena, col corpo cilindrico con l'orlo sem-
plice: l'ansa robusta è ad anello impostato vertical-
mente e fu probabilmente unica (tav. Il, fig. 8).
I due grossi frammenti del vaso ci permettono ri-
costruire in modo sicuro la sagoma.
È di argilla depurata, di color chiaro, appena ten-
dente al rossiccio. Le pareti robuste si rastremano
all'orlo del vaso. Buona cottura (altezza cm. 12).
È decorato sull'alto collo da una serie di grandi trian-
goli: alternano triangoli con la base appoggiata all'orlo
e triangoli con la base poco sopra la carena. Ciascun
triangolo è costituito da due gruppi di linee laterali, in
numero di cinque per parte, che si incontrano al vertice,
e da due linee perpendicolari alla base del triangolo.
Queste linee non sono tracciate con sicurezza.
Fu raccolto nella parte media della grotticella
funeraria.