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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Orsi, Paolo: Cavlonia: il memoria
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0235
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445

CAVLONIA

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Se non che il sig. Carta non si arrese alle difficoltà piotato quelli dell'opposto. Rimangono soltanto dei

e le superò ; dopo ripetute prove e controprove, e dubbii circa la base di questo grandioso trofeo floreale,

sopralutto colla guida e coli'ausilio veramente preziosi o circa il modo di attacco col vertice del timpano;

della nervatura centrale, che nel rovescio regge la mac- la intera, imponente composizione, raggiunge la ri-

chinosa composizione; nervatura molto robusta nella spettabile altezza di un metro circa. Giova in fine

Fig. 23.

parte bassa e quivi prominente per cm. 8 circa, ma
che va rastremandosi man mano che sale, terminando
acuminata nella lancia centrale della palmetta di fini-
mento. E colla nervatura centrale anche tutta la
massa della composizione non solo va assottigliandosi
in spessore dal basso in alto, ma giragli e palmette
si fanno anche più piccoli. Ragioni statiche ed este-
tiche imponevano questo espediente, ma importava
sovratutto che il peso maggiore si distribuisse nella
base dell'acroterio. Infine, la perfetta simmetria del-
l'insieme ha consentito al sig. Carta di colmare talune
lacune, in quanto i frammenti di un lato hanno com-

rilevare che i frammenti alludono a un solo esemplare
di acroterio centrale.

Ed ora, data ragione della ricomposizione, rivol-
giamo uno sguardo d'insieme ad essa. Da un grandioso
ed aperto calice di foglie di loto dentellate sboccia una
ampia composizione di tralci a giragli e di palmette,
la quale si distingue essenzialmente dalle analoghe
composizioni acroteriali per il fatto che qui non è un
unico corpo o stelo centrale che prende nascimento
dal grande calice basilare, ma due organismi gemelli,
paralleli ed accostati, le cui volute di appendice riem-
piono anche il vuoto intermedio, nel modo più armo-
 
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