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Michiel, Marcantonio; Frimmel, Theodor von [Bearb.]
Der Anonimo Morelliano (Marcanton Michiel's notizia d'opere del disegno) (Band 1): Text und Übersetzung — Wien: Graeser, 1888

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https://doi.org/10.11588/diglit.72081#0013
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EINLEITUNG.

IX

venne in seguito voglia maggiore d' avere quadri dei più pregiati
pennelli. Così la sollecitudine che a gara si presero di promuovere
la coltura delle umane lettere Francesco Barbaro, Lionardo
Giustiniano, Zaccheria Trevisano, Andrea Giuliano, Pietro Miani,
Pietro Donato, Jacopo Zeno, Pietro Barbo poi Papa Paolo II,
Daniele Vitturi, Bernardo Bembo, Girolamo Donato, Bernardo
Giustiniano, Ermolao Barbaro, e altri autorevoli personaggi dell'
ordine patrizio, avendo portato seco lo studio dell'antichità e
Γ amore delle arti liberali; si andò parimente propagando il gusto
di possedere belli e rari artefatti. Il lusso poi vi si aggiunse,
che nacque dall' opulenza della città, e obbligò le doviziose
famiglie ad abbellire splendidamente ancora con essi li propri
palagi. Nè v'ha dubbio alcuno che alla magnifica decorazione
della città, sempre avuta a cuore dal pubblico, non accoppias-
sero li privati tutta la possibile suntuosità in ogni parte di arredi,
o per materia o per artifizio pregevoli; talché il Conte Jacopo
di Porzia nell' operetta De Reip. Venetae administratione, data
a stampa in Trevigi intorno all' anno 1492, diceva loro, non
senza farne qualche rimprovero: Quid multa et varia domestica
ornamenta proferam? Quid pretiosam illam argenti et auri
supellectilem ? Quid aulaea et omnia stragulorum genera, quibus
domus vestrae penitus renident? in quibus adeo modum exce-
ditis, ut cuiuslibet Veneti privati supellex amplissimam, domum
regiam exornare posset? E perciò il Robertson ha potuto con
verità scrivere di que' tempi (Recherches historiq. sur la con-
naissance, que les anciens avaient de l' Inde, Paris 1792, p. ig5).
„Gli storici di que' tempi parlano dello stato di Venezia, nel
periodo che abbiamo sotto gli occhi con espressioni che ad
alcuna altra città dell' Europa convenire non possono. Le rendite
della Republica e le ricchezze de' privati cittadini erano superiori
a quelle delle altre città. Nella magnificenza dei palazzi, nella
preziosità degli adobbi, nell'abbondanza de' vasi d'oro e d'ar-
gento, e in tutto quello che serviva alla pulitezza, ο alla splen-
didezza del trattamento, li Nobili di Venezia superavano il lusso
de' più gran Re oltramontani: nè tutta questa pompa era già effetto
di vana e inconsiderata prodigalità; ma bensì naturale conseguenza
d' una felice industria, per cui dietro alla facilità di aver am-
massate ricchezze il diritto veniva di goderne splendidamente."
 
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