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Muratori, Lodovico Antonio
Opere del proposto Lodovico Antonio Muratori già bibliotecario del Serenissimo Signore Duca di Modena (Band 8) — Arezzo, 1768 [Cicognara, 2497-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.30673#0055
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D! BERNARDO TREVISANO P. V. 3p

rlamente penetrando le porolìta della lingua, ed altresi del paìato9
variamente pungono i nervi, che per le parti medesime si diramano,
e con quefio variamente rispingendo lo spirito, che in esiì scorre,
fan che l’atto di sentire, o grato, o dispiacevole in noi ridondi: Co-
si le specie d’un’oggetto reaie, oppur finto, giunte al nostr’occhio
porrano eguali impreiTioni, e promuovono eguali effetti, o di piace-
re„ o di noja, secondo le lor proporzioni. Così le ìmprestìoni discor-
danti, o accordate de’tuoni ne proinuovon nei noitro udito: e così
sìnalmente a misura dell’imprestioni suddette ne nascotio negli altri
sensorj. Or se realmente per tutto questo può dirsi il Gusto queil’af-
sezione, che nasce nei nostro senso comune daile sensazioni, che i
nostri organi variamente van concependo* Se buon Gusto, pariando
con proprieta, dee ragionevolmente chiamarsi qu^lia perfetta disposi-
zione dei medesimo senso neli’apprender gli oggetti, quaii essl sono,
e nei distinguer le loro specie con tutte ie sue proporzioni; Dunque
usando un giudizioso trasiaro, si potra dir Gusto il primo concetto,
che forma la Mente nei ricevere Ìe specie, che dalle parti esteriori
a Ìei giungono; BUON GUSTO la disposizione, che ha di ricever-
le nei ioro vero essere, e l’abito, che in lei vive di misurarle sem-
pre coi Vero, e di accordarle sempre col Bene.

Questo Buon Gusto dei senso veramente in gran parte dipende
dalia Natura, essendochè Ìa perfezione degii organi, ii temperamento
degli umori, e la dispoiizione de’sughi, sono cose tutte, che tnan-
tengono i sensorj incontaminati, e nella loro fervida abilit'a. Nondi-
meno l’Arte può assai suffragargii, o ievando a 3 sensorj medesimi ciò,
che è loro d’impedimento, o ajutando quelie parti, che in eisi pro-
muovon le operazioni. Anzi Ìa Ragione o Ìa Mente stesta, non pos-
sìamo negare, che non operi in vantaggio dei sopraddetto Buon Gu-
sto de’sensi, introducendo con le sue appiicazioni una ragionevole
censuetudine, che rimuova gli errorid’una fortuita apprensione. Non
vedìamo noi, chequegii, che da fanciuliì godevano di un dolce sner-
vato, fatti aduiti, più aggradiscono l’aromatico, ed il piccanre? Non
osserviamo, che taluno inesperto nella pìttura si compiace della sola
vivacitk de’colori, ma poi fatto neila stessa intendente, cerca difegno
corretto, accordamento di lumi, forza di sbattimenti, esattezza di
prospettiva? Non si conosce aila fine, che l’orecchie indotte dei vol-
go si raliegrano ai solletico d’irregolari cadenze, mentre T altre di
chi è nella Musica addottrinato, soio godono delle consonanze de s
tuoni, della sorza del contrappunto, deil’enarmoniche proporzioni!

Ma
 
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