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Muratori, Lodovico Antonio
Opere del proposto Lodovico Antonio Muratori già bibliotecario del Serenissimo Signore Duca di Modena (Band 8) — Arezzo, 1768 [Cicognara, 2497-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.30673#0251
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SOPRA 1L BUON GUSTO Pa IL 235

colle citazìoni degli Autori, e degli eiempj, o .antichi, o moderni,,
e inhorandoio, ie cosi anche si vuole, con ingegnosi verh, e passt
altrui a propossto, cioè senza che quefli comparxscano mendicati, o
invitati troppo da iungi, e senza che ii riconosca, che iì noAro di-
re serve a quei verss, e passi di Scrittori, e che $ è faticato per far
loro il letto, quando ragion\ voiea, ch’essi più toflo servissero aì no-
ssro dire, e naturalmenre cadassero ai noitro ragionamento, Gosì rie-
scono utili i Libri, cosi possono protnettersi di vivere lungamente;
sì perchè hanno il fondo ottimo, nè conssflono in soii fessoni, e sì
perchè pascono, ed appagano s inteiletto; nè sono indmzzati ,ad eru-
dire la soìa memoria; nè ci erudiscono con poco garbo, e mol-
to flento.

CAPITOLO SETTIM O.

Retto rtca delle Scuols fe utile^ 0 noclva. Ignoranza de prìmì prìnci-
pj, cd Ajjtomi, a che errori conduca, Escmpio in chi senza lo-
ro si aààhncsìjca con Libri non ass n Crijìiani, 0 Catt Ticì. lgno-
vanza dell' Erudizione, e suoi esjetti, ed efempj. Difefa d mio
Scrittoye Cattolico intorno alla parola Fabula. Se d Laici dotti
s ,a 0 mn sta lecìto il disputare coi n-mici della huona Reìigio-

ne, Vocabtli di Laicus, e Giericus che sgnisicajsero né Secoli roz-
»/. Utiljtà de zibaldoni, 0 fta degli Excerpta .

O non credo pertanto, che penaìTero molto a determinare, se
ia Rettorica deile Scuoìe sia utile o nociva, que’valens uomi-
ni , che poco fa ne disputavano di la dai Monti, ove ben s
appigliassero a tutd que’primi principj, secondo i quaii s’ha a
determinare una tai controversìa. So ancor sio, che non potra
nr n dispìacere ali’ una delle parti s Eloquenza, qu-and’ ella si misuri
solamente con certi pochì princìpj, senza disaminarla ancora con ai-
tri non meno opportuni e non meno necessarj. Bene fìa, insegnarci
lo Studio desdUomoy che la Verità è il proprio cibo degl’ Inteiletti ;
e che apporra nocumento, e dee apportare diipiacere a noi tuttociò,
ch.e c’impedisce, o ci dìfficulta il conseguimento di queflo cibo. Ve-
ro è altresi, che non è ba lodarsi nè da amarss nno Strumento, al-
lora che persuade ii Ealso, e il Cattivo, e vioientemente commuo»

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