SOPRA 1L BUON GUSTO P. //. i4r
nè concedere a tutti, le opere degli Eretici, qualora sieno veramen-
te atte a corrompere la buona Fede, o i costumi ben regolati dei
Lettcri; ma nè pure dobbiam disprezzare, ovvero odiare, e voìer se-
polte quelle verith utiii, e oneste, cheda’iibri loro si postono taivol-
ta raccogliere. Sicchè conchiudiamo coile paroie dell’ sipoftolo riferi-
te dallo stesto Gelaso, a questo proposito: Omnìa probate ; cjuod bo-
num esì, tenete: cosa però, che non sa fare, se non chi postiede i
primi prìncipj, e saldi fondamenti dei sapere, e dell’Erudizione, e
ha ben formato ii Giudizio; anzi nè pur si giunge con questo aju-
to a dirittamente conoscere, e scegiiere il vero, e ii buono, neiie
materie Teologiche, se con particoiari grazie non ci assiste Iddio, e
non si depone ia Superbia, e non si riverisce l’autorita della Ghiesa
vera Maestra.
E quando poi si possegga il meglio della Filosofia, e quando
saviamente si possa ragionare sopra moltissime cose, egli è oitre a
ciò da notare, che ciò non basta bene spesso per ben trattare di tant 5
altre cose, cioè di quelie, che dipendono daìi’Erudizione. Agguzzi
pure a suo talento l’Ingegno il Filosofo, affiii i Siliogismi a sua vo-
glia: o non fara viaggio, o cadera in istrane scempiaggini, se vorrk
sentenziare sopra punti Istorici, Cronologici, Geografici, e simili.
Imperciocchè rischiarare, e decidere taii materie non si può senza F
accurato studio, di chi ha narrato quelie antiche avventure, o de-
scritto queiie Cose, o pure senza chiarirsene con gii occhi proprj, o
coli’esame degli aitri suoi sentimenti. Lo stesso dee dirsi dello spie-
gare i libri, e le sentenze, e i passi degli autori. Certo l’acutezza
Filosofica vi contribuisce di moito; ma sovente elia non può nuiia
senza l’Erudizion deiie lingue, e senza la precedente cognizione, o
sperienza d’assaissime altre cofe. E neii’Erudizione Istorica, Cronolo-
gica, Medica, e simili, una notizia ben certa, un punto sodamente
stabiiito, serve poi di primo principio, e di salda base ali’argomen-
tazione, per trarne la cognizione d’aitri punti, ed altre riguardevoli
notizie. Mi fa ciò venire in mente la strana difficolra, ch’ebbero
alcuni Padri Greci a liberarsi da un’argomento degli Ariani conrro
alla Divinitk del Figliuolo. Citavano questi Eretici un passo de’Pra-
verbj Cap. 8. vers. 22. nel quale secondo la versione dei Settanta la
divina Sapienza pariava di se in tal guisa: Kvpios èKraréfie àpxpv obù*
cioè : ll Signore mi creb princtpio, ( o pure sotto intendendovi un
K.xrà ) nel princ'tpio delle sue vie. Certo che il Verbo signisi-
cava presso agli Scrittori Sagri sormare una cosa dal nulla, o pur sa-
Tom. VllL H h re una
r
nè concedere a tutti, le opere degli Eretici, qualora sieno veramen-
te atte a corrompere la buona Fede, o i costumi ben regolati dei
Lettcri; ma nè pure dobbiam disprezzare, ovvero odiare, e voìer se-
polte quelle verith utiii, e oneste, cheda’iibri loro si postono taivol-
ta raccogliere. Sicchè conchiudiamo coile paroie dell’ sipoftolo riferi-
te dallo stesto Gelaso, a questo proposito: Omnìa probate ; cjuod bo-
num esì, tenete: cosa però, che non sa fare, se non chi postiede i
primi prìncipj, e saldi fondamenti dei sapere, e dell’Erudizione, e
ha ben formato ii Giudizio; anzi nè pur si giunge con questo aju-
to a dirittamente conoscere, e scegiiere il vero, e ii buono, neiie
materie Teologiche, se con particoiari grazie non ci assiste Iddio, e
non si depone ia Superbia, e non si riverisce l’autorita della Ghiesa
vera Maestra.
E quando poi si possegga il meglio della Filosofia, e quando
saviamente si possa ragionare sopra moltissime cose, egli è oitre a
ciò da notare, che ciò non basta bene spesso per ben trattare di tant 5
altre cose, cioè di quelie, che dipendono daìi’Erudizione. Agguzzi
pure a suo talento l’Ingegno il Filosofo, affiii i Siliogismi a sua vo-
glia: o non fara viaggio, o cadera in istrane scempiaggini, se vorrk
sentenziare sopra punti Istorici, Cronologici, Geografici, e simili.
Imperciocchè rischiarare, e decidere taii materie non si può senza F
accurato studio, di chi ha narrato quelie antiche avventure, o de-
scritto queiie Cose, o pure senza chiarirsene con gii occhi proprj, o
coli’esame degli aitri suoi sentimenti. Lo stesso dee dirsi dello spie-
gare i libri, e le sentenze, e i passi degli autori. Certo l’acutezza
Filosofica vi contribuisce di moito; ma sovente elia non può nuiia
senza l’Erudizion deiie lingue, e senza la precedente cognizione, o
sperienza d’assaissime altre cofe. E neii’Erudizione Istorica, Cronolo-
gica, Medica, e simili, una notizia ben certa, un punto sodamente
stabiiito, serve poi di primo principio, e di salda base ali’argomen-
tazione, per trarne la cognizione d’aitri punti, ed altre riguardevoli
notizie. Mi fa ciò venire in mente la strana difficolra, ch’ebbero
alcuni Padri Greci a liberarsi da un’argomento degli Ariani conrro
alla Divinitk del Figliuolo. Citavano questi Eretici un passo de’Pra-
verbj Cap. 8. vers. 22. nel quale secondo la versione dei Settanta la
divina Sapienza pariava di se in tal guisa: Kvpios èKraréfie àpxpv obù*
cioè : ll Signore mi creb princtpio, ( o pure sotto intendendovi un
K.xrà ) nel princ'tpio delle sue vie. Certo che il Verbo signisi-
cava presso agli Scrittori Sagri sormare una cosa dal nulla, o pur sa-
Tom. VllL H h re una
r