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xiiere di dire di queste Lingue, piuttosto amano di adopsrar parole
e srasì Greche5 o Ebraiche, e di stamparle con que’caratteri? Se co-
storo himano maggior gloria il lasciarli intendere dai soii Greci, e
Rabbini, scrivano interamente in que Linguaggj, l’Opere loro. Che
se bramano pure5 che i Libri loro sieno letti ancora da chi è soia-
mente pratico deila Lingua Voigare, o Latina, scrivano in guisa5
che ancor quehi posfano intendere il tutto.. Ma nè sun partito nè
l’altro piace allaVanita. Non il prImo5 perchè ben pochissimi sareb-
bono i lettori; non il secondo, perchè mokisiimi non s’avvederebbo-
no così agevolmente d’essere in qualche parte inferiori a queil’Auto-
re; iaonde si vuole parlar mezzo Latino5 e mezzo GrecoT o Arabi-
£0 5 per ottener plauso da tutti 5 svegliando ammirazione in ehi in-
tende5 e moico piu in chi non può mtendere..
Per aitro non convien perdersi dietro aflo kudio degii Strumen-
ti, e consumarvi ia vita intera, perciocchè poco vagliono in hne la
Logica5 la Rettorica, e le Lìngue5 se non hanno akronde le Veri-
ta5 e le Materie da esercitarvisi intorno* Saggiamente scriveva ii veo
chio Scaligero:
Haec est mearum tota summa summarum : r
Stultum ac suphium 5 plumbeique delirii y.
Rebus re.liHis 5 confenefeere in verbis.
E per conto deile Lingue OrientaÌi ;5 elle ad alcuni Rudj: sono aSat>
to superssue5 ad altri sono utiii 5 e ad akri son necesiarie. Ma per
quegli ancora, a’ quali son. neceflkrie 5. basta bene- spefìo i ? avere una
inediocre cognizione di ioro, poteedo alie occasioni quefia mediocri-
ta coii’ attenzione 5 e coi buon’ uso 'di tanti Vocabolar; 5, e di tante
Versioni 5. che abbiamo5 far quasr sempre 11 medesimo efsetto y che fa-
rebbe la perfetta lor cognizione5, trattone se si voiesi'e tradurre con:
gloria qualche intero Libro akrui. Lo siesib intendiamo deii’altre Ar-
li o Scienze, in quaato sono strumenti per smparar’ altre cose. Nè
qui si parlerù d’alcune altre utilit'a, che posibno venirci dalia Gra-
xnatica 5. nè di qual’ ornamento sia lo scrivere purgatamente , e con
eleganza in quel Liaguaggio5 con cui si vogìiono esporre i nostri pen-
fieri : cosa che ii buon. Gusto non- trascura. Asiai qui ci siamo fer»
mati5 ed è tempo di continuare il cammino.
Oitre gli strumenti principali e intrinseci 5 che fervono all’ Inge-
gpo e ai Gìudizio per ben’apprendere ; o ben’insegnare: il vero, da
noi fin qui divisati5 ve aha degii aitri © esterni o men principali,
xiiere di dire di queste Lingue, piuttosto amano di adopsrar parole
e srasì Greche5 o Ebraiche, e di stamparle con que’caratteri? Se co-
storo himano maggior gloria il lasciarli intendere dai soii Greci, e
Rabbini, scrivano interamente in que Linguaggj, l’Opere loro. Che
se bramano pure5 che i Libri loro sieno letti ancora da chi è soia-
mente pratico deila Lingua Voigare, o Latina, scrivano in guisa5
che ancor quehi posfano intendere il tutto.. Ma nè sun partito nè
l’altro piace allaVanita. Non il prImo5 perchè ben pochissimi sareb-
bono i lettori; non il secondo, perchè mokisiimi non s’avvederebbo-
no così agevolmente d’essere in qualche parte inferiori a queil’Auto-
re; iaonde si vuole parlar mezzo Latino5 e mezzo GrecoT o Arabi-
£0 5 per ottener plauso da tutti 5 svegliando ammirazione in ehi in-
tende5 e moico piu in chi non può mtendere..
Per aitro non convien perdersi dietro aflo kudio degii Strumen-
ti, e consumarvi ia vita intera, perciocchè poco vagliono in hne la
Logica5 la Rettorica, e le Lìngue5 se non hanno akronde le Veri-
ta5 e le Materie da esercitarvisi intorno* Saggiamente scriveva ii veo
chio Scaligero:
Haec est mearum tota summa summarum : r
Stultum ac suphium 5 plumbeique delirii y.
Rebus re.liHis 5 confenefeere in verbis.
E per conto deile Lingue OrientaÌi ;5 elle ad alcuni Rudj: sono aSat>
to superssue5 ad altri sono utiii 5 e ad akri son necesiarie. Ma per
quegli ancora, a’ quali son. neceflkrie 5. basta bene- spefìo i ? avere una
inediocre cognizione di ioro, poteedo alie occasioni quefia mediocri-
ta coii’ attenzione 5 e coi buon’ uso 'di tanti Vocabolar; 5, e di tante
Versioni 5. che abbiamo5 far quasr sempre 11 medesimo efsetto y che fa-
rebbe la perfetta lor cognizione5, trattone se si voiesi'e tradurre con:
gloria qualche intero Libro akrui. Lo siesib intendiamo deii’altre Ar-
li o Scienze, in quaato sono strumenti per smparar’ altre cose. Nè
qui si parlerù d’alcune altre utilit'a, che posibno venirci dalia Gra-
xnatica 5. nè di qual’ ornamento sia lo scrivere purgatamente , e con
eleganza in quel Liaguaggio5 con cui si vogìiono esporre i nostri pen-
fieri : cosa che ii buon. Gusto non- trascura. Asiai qui ci siamo fer»
mati5 ed è tempo di continuare il cammino.
Oitre gli strumenti principali e intrinseci 5 che fervono all’ Inge-
gpo e ai Gìudizio per ben’apprendere ; o ben’insegnare: il vero, da
noi fin qui divisati5 ve aha degii aitri © esterni o men principali,