SOPRA IL BUON GUSTO P. /. 125
ehe nóndimeno poisono sommamente giovarci. In primo luogo io aii-
novero i sopra accennati metodi universali, che giudizioR Maesiri han
4ato alla luce, asfinchè non tanto i giovani, quanto altre persone stu-
dino con ordine, e imparino, o insegnino ad altrui con facilitk e pre-
stezza qualunque letteratura «. Perchè mancano questi soccorsi a parec-
chi5 la tenera eta de’giovani mal si alleva, mal si ammaestra, e sciol-
ta daile Scuoie non giunge mai più per se stesta nè a formarc il
Giudizio, ne a ben valersi di quels Ingegno, che avrebbe potuto far
segnalati servigj alie Lettere, se per tempo si fostè avvenuto in sag-
gj direttori, che ravestsero incamminato più bene. Secondanamente
fa di mestiere l’aver copia di ricche Biblioteche, e di Libri buoni
tanto aiitichi quanto moderni, i quaii servono di muti Maestri aila
gente studiosa. Molti, e d’ottime Edizioni ne richiede ogni profes-
sion ietteraria; moltistìmi, e stampati, e Manoscritti rErudizione;
laonde siccome sono ben selici coloro, che godono ricche Librerie,
e Codici antichi, e Medaglie e altre simili reliquie dell’antichitk; co-
si è troppo evidente, che il buon Gusto ragionevolmente s’affìigge,
qualora gli mancano questi necessarj soccorst. Contuttocso non hanno
i Saggj da disperarsi, nè da permettere, che sotto questo pretesto 1*
ozio e l’infingardaggine si facciano padroni deiranimo loro.
Est aliquid prodire tenus 5 st non àatur ultra.
Pub far molto, chi sa ancora valersi de’pochi Libri, ma buoni, ch 5
eg-li ha. E in ogni caso, ove non si possa coitivar 1’ Erudizione con
dignita per cagion di un taie difetto, l’Ingegno può rivolgersi ad al-
tri argomenti e raziocinare sopra le cose5 avendo noi sempre neirin-
terno fondaco nostro un gran capitaie datrafiico, se vi facciamo ben
mente. In terzo luogo l’imparar prima a ben conofcere i Libri ed
Autori di miglior tempra, e commercio con altri Letterati ( massi-
mamente se di feuon Gusto ) sarà un’altra assai profittevole Scuola,
Quivi o l’uno infegna, e l’altro impara; o tutti vicendevolmente in-
segnano e imparano.c
Ma le varie cure5 e la soiitudine possono rubare e impedire e-
gualmente a moiti questo vantaggio. Almeno dovrebbe il buon Gu-
sto ad ogni patto ingegnarsi di sapere l’Istoria Letteraria tanto de s
iuoi 5 quanto de’ prostìmi 5 e degli antichi tempi. Utilissima cosa è l’
estere versato nell’Istoria Letteraria dell’antichità 5 cioè conoscere l’o-
rigine, i progrestì, ed accrescimenti, e le declinazioni, e la caduta
delie Scienze, deli’Arti, delle Opinioni, e Sentenze degli antichi; e
Q 2 pari-
ehe nóndimeno poisono sommamente giovarci. In primo luogo io aii-
novero i sopra accennati metodi universali, che giudizioR Maesiri han
4ato alla luce, asfinchè non tanto i giovani, quanto altre persone stu-
dino con ordine, e imparino, o insegnino ad altrui con facilitk e pre-
stezza qualunque letteratura «. Perchè mancano questi soccorsi a parec-
chi5 la tenera eta de’giovani mal si alleva, mal si ammaestra, e sciol-
ta daile Scuoie non giunge mai più per se stesta nè a formarc il
Giudizio, ne a ben valersi di quels Ingegno, che avrebbe potuto far
segnalati servigj alie Lettere, se per tempo si fostè avvenuto in sag-
gj direttori, che ravestsero incamminato più bene. Secondanamente
fa di mestiere l’aver copia di ricche Biblioteche, e di Libri buoni
tanto aiitichi quanto moderni, i quaii servono di muti Maestri aila
gente studiosa. Molti, e d’ottime Edizioni ne richiede ogni profes-
sion ietteraria; moltistìmi, e stampati, e Manoscritti rErudizione;
laonde siccome sono ben selici coloro, che godono ricche Librerie,
e Codici antichi, e Medaglie e altre simili reliquie dell’antichitk; co-
si è troppo evidente, che il buon Gusto ragionevolmente s’affìigge,
qualora gli mancano questi necessarj soccorst. Contuttocso non hanno
i Saggj da disperarsi, nè da permettere, che sotto questo pretesto 1*
ozio e l’infingardaggine si facciano padroni deiranimo loro.
Est aliquid prodire tenus 5 st non àatur ultra.
Pub far molto, chi sa ancora valersi de’pochi Libri, ma buoni, ch 5
eg-li ha. E in ogni caso, ove non si possa coitivar 1’ Erudizione con
dignita per cagion di un taie difetto, l’Ingegno può rivolgersi ad al-
tri argomenti e raziocinare sopra le cose5 avendo noi sempre neirin-
terno fondaco nostro un gran capitaie datrafiico, se vi facciamo ben
mente. In terzo luogo l’imparar prima a ben conofcere i Libri ed
Autori di miglior tempra, e commercio con altri Letterati ( massi-
mamente se di feuon Gusto ) sarà un’altra assai profittevole Scuola,
Quivi o l’uno infegna, e l’altro impara; o tutti vicendevolmente in-
segnano e imparano.c
Ma le varie cure5 e la soiitudine possono rubare e impedire e-
gualmente a moiti questo vantaggio. Almeno dovrebbe il buon Gu-
sto ad ogni patto ingegnarsi di sapere l’Istoria Letteraria tanto de s
iuoi 5 quanto de’ prostìmi 5 e degli antichi tempi. Utilissima cosa è l’
estere versato nell’Istoria Letteraria dell’antichità 5 cioè conoscere l’o-
rigine, i progrestì, ed accrescimenti, e le declinazioni, e la caduta
delie Scienze, deli’Arti, delle Opinioni, e Sentenze degli antichi; e
Q 2 pari-