DEL E EREETT^T
ro, cioè il polhbile, e verihmile, si suole, anzi lì dee cercar da'
Poeti. Che se per io contrario il Poeta rapprelentera cole o realmen-
te, ed evidentemente falle, o pure inverihmiii, improbabili, incre-
dibili; nè potrà l'Intelletto nolfro sentirne piacere; nè ci avra coslui
satto vedere il Bello Poetico della Materia.
E ciò non {blamente dee verihcarh nelle Azioni, e Favole rap-
presentate dal Poeta, ma ne'Collumi eziandio, e ne'Sentimenti, eh
sendo a tutta quella Materia necelsario il fondamento di qualche
Vero, se ha da chiamarli veramente Bella. OHerviamolo in pruova,
cominciando dai Sentimenti. Altri di quelli hanno il Vero pura-
mente espolìo, come larebbe quella sentenza;
.
C/5? fswpo y?//??
A'?///7 ..
Il che Dante dille nel $. delsini, avendolo copiato da Boezio nel
lib. 2. delia Consol. prola 4. il quale cosi Icriilè : 7%
fs ?/? ys/ir?w. Altri
Sentimenti hanno il ior Vero traveilito, e nascoso lotto il velo del-
le Traslazioni, come quel vaghillìmo del Petrarca, in tal guila fa-
vellante a Laura, morta in età giovenile:
Dormirò Do727M, M73 /o777%0.*
Or y?' yb^/b/r/% y^ .
Il {ondo di tal Sentimento è, che Laura è vivuta poco tempo in
Terra, e ch'ella ora gode eterna vita in Cielo. Ma quello Vero è
velìito in maniera maravigliola, ed inopinata; poiché parendo a noi
altri, che il nolfro vivere (opra la Terra ha un vegliare, e che la
Morte ha un lonno eterno; il Poeta penetrando neil'interno di ciò
coi raggi della Fede, Icuopre tutto il contrario, e velie bizzarra-
mente la Verità, ch'egli volea proporre. Ciò lommamente diletta
la Fantaha, e fa nello hello tempo apprendere un Vero all'Intellet-
to. Ma noi meglio vedremo altrove, che i Sentimenti Ibno scioc-
chi, e bruttici mi, quando lor manca il Vero interno, cioè il fon-
damento della Bellezza. Ne'Colìumi polcia, le noi prendiamo per e-
iempio a descrivere un valoroso, e forte guerriero, noi rappresentia-
mo que'Collumi, che la Natura può dare, ed ha talvolta dato ad
una tal persona. In mezzo alle battaglie, e a'rilchi piu grandi lara
quello guerriero lempre coraggioso, e lontano dalla viltà, e paura.
Opererà egli, e parlerà lempre da uomo intrepido, come fa l'Aiace
ts Omero nel iy. dell'Iliade. Per una folta nebbia mandata da Gio-
ve
ro, cioè il polhbile, e verihmile, si suole, anzi lì dee cercar da'
Poeti. Che se per io contrario il Poeta rapprelentera cole o realmen-
te, ed evidentemente falle, o pure inverihmiii, improbabili, incre-
dibili; nè potrà l'Intelletto nolfro sentirne piacere; nè ci avra coslui
satto vedere il Bello Poetico della Materia.
E ciò non {blamente dee verihcarh nelle Azioni, e Favole rap-
presentate dal Poeta, ma ne'Collumi eziandio, e ne'Sentimenti, eh
sendo a tutta quella Materia necelsario il fondamento di qualche
Vero, se ha da chiamarli veramente Bella. OHerviamolo in pruova,
cominciando dai Sentimenti. Altri di quelli hanno il Vero pura-
mente espolìo, come larebbe quella sentenza;
.
C/5? fswpo y?//??
A'?///7 ..
Il che Dante dille nel $. delsini, avendolo copiato da Boezio nel
lib. 2. delia Consol. prola 4. il quale cosi Icriilè : 7%
fs ?/? ys/ir?w. Altri
Sentimenti hanno il ior Vero traveilito, e nascoso lotto il velo del-
le Traslazioni, come quel vaghillìmo del Petrarca, in tal guila fa-
vellante a Laura, morta in età giovenile:
Dormirò Do727M, M73 /o777%0.*
Or y?' yb^/b/r/% y^ .
Il {ondo di tal Sentimento è, che Laura è vivuta poco tempo in
Terra, e ch'ella ora gode eterna vita in Cielo. Ma quello Vero è
velìito in maniera maravigliola, ed inopinata; poiché parendo a noi
altri, che il nolfro vivere (opra la Terra ha un vegliare, e che la
Morte ha un lonno eterno; il Poeta penetrando neil'interno di ciò
coi raggi della Fede, Icuopre tutto il contrario, e velie bizzarra-
mente la Verità, ch'egli volea proporre. Ciò lommamente diletta
la Fantaha, e fa nello hello tempo apprendere un Vero all'Intellet-
to. Ma noi meglio vedremo altrove, che i Sentimenti Ibno scioc-
chi, e bruttici mi, quando lor manca il Vero interno, cioè il fon-
damento della Bellezza. Ne'Colìumi polcia, le noi prendiamo per e-
iempio a descrivere un valoroso, e forte guerriero, noi rappresentia-
mo que'Collumi, che la Natura può dare, ed ha talvolta dato ad
una tal persona. In mezzo alle battaglie, e a'rilchi piu grandi lara
quello guerriero lempre coraggioso, e lontano dalla viltà, e paura.
Opererà egli, e parlerà lempre da uomo intrepido, come fa l'Aiace
ts Omero nel iy. dell'Iliade. Per una folta nebbia mandata da Gio-
ve