Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Muratori, Lodovico Antonio
Opere del proposto Lodovico Antonio Muratori già bibliotecario del Serenissimo Signore Duca di Modena (Band 9,1) — Arezzo, 1769 [Cicognara, 2497-9-1]

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.30674#0122
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
ioi DEL PERFETTA
podìbile ancor dai saggi. QueAo è quello, che altamente dee sti-
marA, e lodarli; laddove quel de'Romanzi è privo di nobiltà, e
per io più è lol badante a farci ridere. La maniera, con cui i Gre-
ci A renderono padroni di Troja; la virtuola gara di Leone, e Rug-
giero; la morte di Clorinda, e altri limili fatti lenza macchine lo-
prumane, sono maravìglioli, e hanno quel Nobile Verilimiie, che
da noi A deAdera. Per lo contrario non lappiamo intendere, come
gli antichi potellero commendar cotanto Omero, che nulla fa quaA
operare agli Eroi lenza gli Dei (a) in macchina. Che VeriAmile è
quello nei 20. dell'Iliade, ove eslendoA da Ettore avventata centra
Achille un'alfa, Minerva tolfo accorrendo la lolha (b), e rivolge in-
dietro, facendola cadere a piè dei feritore? Il surore dei Fiume Xan-
to, Vulcano che abbrucia il Aume, e cento altre ibmigiianti opera-
zioni rapportate nell'Iliade, non dovrebbono ora lodarli, perchè non
Veri Amili alia Natura di quelle cole, conAderata dagli uomini saggi.
Contenevano queAe per avventura il VeriAmile popolarelco, e Ro-
manzerò, cioè poteatio comparir veriAmili al rozzo popolo; ma non
doveva Omero voler cotanto adattarA al genio credulo del volgo, ed
empiere di tante macchine il iuo Poema, perchè ciò era un'osfendere
la dilicatezza delia gente seienziata. Per altro non A ha da mettere
Interamente in ceppi la Fantalìa Poetica. E'lecito in qualche ma-
niera ai Poeti il valerA ancor del VeriAmile Popolare, non ilcriven-
do eglino ai ioli dotti, ma eziandio agl'ignoranti; e in queAi ulti-
mi gran maraviglia, e lommo diletto partoriseono le operazioni viA-
bili del Mondo lùperiore, che miracoli, e prodigj s'appellano. Senza
che, bilogna talvolta {occorrere alla Materia, che per le Reda non è
abbadanza mirabile, affinchè eda non rimanga inApida, languida, e
sredda. Ma necedaria sopra tutto è una gran parAmonia nell'uso di
queAo VeriAmile. Anzi per maggior cautela converrà sempre oder-
vare, che le macchine ibprumane operino con qualche VeriAmile ne-
cedìtà, come gli Spiriti d'inferno nella Gerusalemme dei Tadb, e
non per Allo capriccio, come i tanti Maghi, ed incanteAmi intro-
dotti dall'ArioAo, e da altri Romanzatori. Che nella Guerra sacra
nel tempo del Buglione vi fodero degl'incantatori dalla parte de'Sa-
laceli, le Storie antiche ne danno teAimonianza. Altresì può sem-
brarci
(<7) Si biasima Omero dei mettere tanto in opera gii Dei. Avrei toccato più delie
Allegorie, che poteano piacere agii seienziati, secondo ia Dottrina di Procio sopra ii
Timeo, e d'Eraciide Pontico.
(4) li ibsharc indietro, che sa Minerva deibada d'Ettore avventata contra Achille
nei zo. dei? Iliade, vuoi dire, che Dio i'ajutava; e insinua, che niente si fa lenza P
asììiienza di Dio dagii Uomini ancor vaiorosi.
 
Annotationen