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Real Museo Borbonico — 5.1829

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Tavola I - LXI [Text und Tafeln]
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https://doi.org/10.11588/diglit.10977#0080
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I

2 VOL. V. T1V. XIV.

di leone, cxaQn "kiov<rofia,yLù)v •fcaXxyikccrog, espres-
sioni eon che fu descritta da Escliilo (]) nel Si-
sifo. Nè tacerò che niptron, liitrion, e jjodani-
-ptfòn, nrfcrpov, Xovrpiov (2), tfoòavitf^pov (3), si disse
V acqua in esso contenuta e che terminata la
lavanda , chi la gettava sulla strada , soleva gri-
dare existo, ì%i^(o scostati, per avvertire il pas-
seggiere a ripararsi (4).

Il secondo monumento di questa tavola è un
piccolo braciere. I denti che si veggono alla estre-
mità del suo margine, servivano per situarvi le
legna in quella posizione che meglio fosse pia-
ciuto , allorché sopra esse si accendevano i car-
boni. Il nome suo lo troviamo in Polluce : Chia-
merai escharide egli dice, un piccolo vaso dove
si mettono i carboni accesi (5). Dunque il braciere
più grande, disegnato al n.° 3, sarà detto da noi
eschara , sciapa , nella significazione appunto che

(1) Presso Polluce, Ibid.

(2) Polluce Ibid.

(5) Omero Od. T , v. 545 , 5o4.

(4) Suida v. xTTOVimpov. Etocèxtri Ss 0/ xp%xioi stirms ex.%eono avoviTrTpov

K7TO TtOU èvfilìbiV , IVX >} 7/5 |3pX^>), hsysiv' TWV TTXplOVTOùV , SrjifCd.

(5) XIII, 89.
 
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