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Real Museo Borbonico — 8.1832

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Tavola I - LXI [Text und Tafeln]
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https://doi.org/10.11588/diglit.10080#0137
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VOL. Vili. TAV. XX.

Quattro dipinti. — I due primi Ercolanesi, di
lunghezza ogniuw palmo uno once 3 e mezza,
di altezza once 8 : i due secondi Pompeiani, di
lunghezza ognuno palmo uno, once ne mezza
e di altezza once ì /.

Da lunga pezza pubblicati e con abbondante eru-
dizione sono illustrati questi dipinti nell' opera delle
pitture Ercolanesi. Ivi nella tavola XXIX del primo
volume veggonsi i due primi di essi rappresentanti
V uno il trono di Venere distinto dalla colomba,
dal festone del mirto, e dallo scettro della Dea ;
1' altro il trono di Marte distinto dalla galea, dal
clipeo, e dal festone, che sembrò agli Ercolanesi
formato di gramigna (i), ma che noi diremmo piut-
tosto di alloro. La qual pianta, come simbolo della

(i) Citano gli Ercolanesi a questo proposito quelle parole di Servio , con cui si
dice che Mars ajipellatus est Gradivus a gradiendo in bullo.... Sive a vibratione
hastae.... vA, ut alii dicunt, quia a gramine sit ortus (ad Aen. lib. I v. 2gG ).
E d' altronde ben conosciuto che i Romani coronavano di gramigna i generali che
avevano liberato l' esercito da un assedio , e dicevasi perciò obsidionalis una tale co-
rona. Nessun' altra er.i di questa più nobile presso i Romani. Vedi Plinio lib. XXII
eap. 3, 4.

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