VOL. XI. TAV. LUI a LVli. 2 3
e questa fu d' ordinario la sembianza che rivesti-
va allorché significava il buon Genio degli uomini;
chè quel delle donne, chiamato Giunone, quale
alata fanciulletta si mostra, e le ali sono talvolta
occhiute, per significare non men pronta essere
che prudente la geniale assistenza. Se poi signi-
ficar volevasi il Genio del Senato, il giovane è
coperto della toga} stringe nella destra mano un
ramoscello d'ulivo, e nella sinistra il bastone
d'avorio; se il Genio del popolo Promano, l'im-
berbe giovanetto porta il modio sul capo e nelle
mani o la picca e il cornucopia, o una corona o
una patera; se in fine il Genio d'un Imperatore,
egli toglie dall'adulazione le sembianze più accon-
ce a dinotarlo, e non ripugna di ostentare sinan-
che le rughe e la calvizie d'un Galba. Quando i
Genii dovevano esprimere cose riguardanti il culto
di Bacco, ne assumevano i sacri utensili, colle fan-
ciullesche attitudini simulavano quelle delle orgie
e de'baccanali, e Bacchici si denominavano. Così
per le arti e i loro collegi. Non uno ma più era-
no allora i divini fanciulletti, ed o recavano in
mano i particolari arnesi di ciascuna, o nelle ope-
re stesse di quelle parevano esercitarsi. Di questa
e questa fu d' ordinario la sembianza che rivesti-
va allorché significava il buon Genio degli uomini;
chè quel delle donne, chiamato Giunone, quale
alata fanciulletta si mostra, e le ali sono talvolta
occhiute, per significare non men pronta essere
che prudente la geniale assistenza. Se poi signi-
ficar volevasi il Genio del Senato, il giovane è
coperto della toga} stringe nella destra mano un
ramoscello d'ulivo, e nella sinistra il bastone
d'avorio; se il Genio del popolo Promano, l'im-
berbe giovanetto porta il modio sul capo e nelle
mani o la picca e il cornucopia, o una corona o
una patera; se in fine il Genio d'un Imperatore,
egli toglie dall'adulazione le sembianze più accon-
ce a dinotarlo, e non ripugna di ostentare sinan-
che le rughe e la calvizie d'un Galba. Quando i
Genii dovevano esprimere cose riguardanti il culto
di Bacco, ne assumevano i sacri utensili, colle fan-
ciullesche attitudini simulavano quelle delle orgie
e de'baccanali, e Bacchici si denominavano. Così
per le arti e i loro collegi. Non uno ma più era-
no allora i divini fanciulletti, ed o recavano in
mano i particolari arnesi di ciascuna, o nelle ope-
re stesse di quelle parevano esercitarsi. Di questa