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Real Museo Borbonico — 13.1843

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Tavola I - LIX [Text und Tafeln]
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https://doi.org/10.11588/diglit.10974#0360
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VOL. XIII. TAV. LIII.

simile a quella che qui leggesi vicino a’ piedi del
Genio alato, scritta in posizione retrograda, indi-
cando nell’ uno e nell’ altro monumento simile dei-
tà. Atunisarum, toltone 1’eolicismo come in Chu-
sais, XQca$, può rendersi variamente, ma in tal
contesto trova il Lanzi che assai bene si renda A do-
nici rum. Ravvisa pure qualche orma di tal nome
nell’ idillio di Teocrito, che ha per titolo A^/a-
o sia le donne che celebrano la memoria di
Adone morto da un cignale, e risorto per opera
di Venere. Era questa una superstizione suscitata
in Assiria, celebrata con mistiche orgie non meno
che i misteri di Bacco, co’ quali era congiunta.
Quindi è che Ausonio fa dire al Dio di Nisa:
Bacco son io fra vivi, Adon fra morti.
e Plutarco afferma che Adone era creduto non
diverso da Bacco, opinione che il Lanzi sostiene
potersi estendere anche ad Osiride e ad Atti. In
qual modo tanta varietà di dei e favole si ridu-
cesse ad unità, crede il Lanzi che sia vano il cer-
carlo; giacché tale scienza, come Plutarco soggiunge,
confidavasi a’ soli iniziati.
Ora è da sapersi come avverte il chiarissimo
 
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