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Real Museo Borbonico — 13.1843

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Tavola I - LIX [Text und Tafeln]
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https://doi.org/10.11588/diglit.10974#0066
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VOL. XIII. TAV. VI.

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simo letargo, tutto il vaso dove quella contenevasi
era d’ uopo versarle addosso. E questo vuole inten-
dere Stazio per conni' cioè un vaso da contenervi
fluidi ; giacché i primi bicchieri usati dagli antichi
furono le corna degli animali. Laonde se nel no-
stro quadro pompeiano non un corno veggiamo,
ma un vaso di altra forma ; fu questa una varian-
te artistica adottata dal pittore , per farci com-
prendere che il Nume secondo che voleva usare più
o men di forza, poteva versare tutto il vaso ad un
tratto, o trarne col ramo soltanto qualche stilla.
E di vero il Sonno tiene quel ramo in modo
che ben si vede volerlo nel vaso tuffare. Ma Silio è
quegli ne’ cui versi trovasi descritta minutamente
la nostra pompeiana pittura, giacché parlando del
Sonno rammenta ed il corno ed il ramo bagnato
nell’onda Letea in quello contenuto (t):
. curvoque volucris
Per tenebras portai medicata papavera corrili.
........ Quatit inde soporas
Devexo capiti pennas , oculisque quieterà
Inrorat, tangens lethaea tempora virga.
Or chi non vede qui rammentato ed il corno ed
il ramo bagnato nell’ acqua di Lete ? Chi non
(i) Lib. X , vers. 352.
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