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Napoli nobilissima — 1.1892

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RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

« è una delle belle processioni che si facciano in Napoli (0 ».
Formava il nucleo di questa processione la compagnia di
S. Maria de la Soledad, che si era raccolta nella chiesa di
S. Luigi nel 1581. Ad essa appartenevano il cappuccino
Pietro Fregoso e il Maestro di Campo Luigi Henriquez, che
costruirono nel 1589 la chiesa della Solitaria, trasferen-
dovi la compagnia e aggiungendovi un Conservatorio per
le orfane dei militari Spagnuoli. Le fanciulle erano am-
messe tra i 5 e i 14 anni, e giunte all’età da marito ri-
cevevano una dote di cento scudi, o potevano restare nel
Conservatorio come monache, seguendo la regola Dome-
nicana. Erano a carico dell’esercito : i soldati rilasciavano
ogni mese un grano a ducato, gli uomini d’arme un car-
lino; i cavalleggeri poi versavano nove carlini all’anno. Al
governo presiedevano un cavaliere di San Giacomo, un
capitano d’infanteria, un tenente di cavalleria e un tratte-
nido, eletti dalla compagnia e confermati dal Viceré.
Sulla facciata della chiesa si leggeva questa iscrizione :
EXCITATUM
ANNO MDLXXXIX
REGALIS FUNDATIONE PATROCINII
PRO REGALI AUCTORITATE COMITIS MIRANDAE
AERE MILITARI PEDITUM EQUITUMQUE HISPANORUM
OPERA NISUQUE F. PETRI FRIGOSI ET ALOISII HENRIQUEZ
HUIUSCE LEGIONIS TRIBUNI
CENOBIUM HOC
SOLITUDINI ORBITATI EDUCATIONI MULIERUM HISPANARUM
QUARUM ALIAE NUBUNT, ALIAE DIVINO SE MANCIPANT OSSEQUIO
NE SUUS DESIT AUCTORIBUS HONOS
NEC TAM PRAECLARI OPERIS REQUIRAT AUCTORES POSTERITAS
PHILIPPO IV REGE
EMMANUEL FONSECA ET ZUNICA COMES MONTIS REGII PROREGE
ANTONIUS SUAREZ MESSIA MARCHIO VICI
CAPITANEUS JOANNES DE MONTOIA ET
CAPITANEUS ALOISIUS BRAUS DE SUPRAMONTE
COENOBII RECTORES
MARMOR HOC STATUERUNT
ANNO SAL. HUM. MDCXXXVI.
Quest’istituzione prosperò grandemente sotto la prote-
zione dei militari spagnuoli dimoranti in Napoli; e a varii
lasciti per messe o maritaggi accennavano le iscrizioni che
erano nella chiesa.
Una rendita di quattrocento sessantadue ducati fu lasciata
dal Capitano Don Melchior de Muxica, morto nel 1630.
Altre donazioni fecero il Capitano e Sergente Maggiore
Hernando de Aledo y Avellaneda, Cavaliere di S. Giacomo,
Castellano di Baia ec. (t 1632); Don Cesare Velli Secre-

ti) De Lellis, loc. cit.

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tario de su Magestad y del ex: Senor Don Pedro Giron Du-
que de Olluna Virrey (f 1618); e Don Diego Ortiz de
Velasco (t 1625). Vi erano pure le tombe di Don Vasco
de Acuna, che aveva combattuto contro i Mori (t 1620);
del Capitano Giovanni de Montoia, Maiordoma y Secretano
di Estado y Guerra del ex: Senor Don Pedro de Toledo Os-
sorio; Gouernador y Capitan General del Estado de Milan
(t 1617); di donna Maria Streynsham Senor d’inlatierra;
di don Diego dei Conti Chiniones Laurenzana, Cavaliere
d’Alcantara, che aveva passato tutti i sessant’anni della sua
vita, dice l’iscrizione, a combattere (t 1626); del capitano
Francesco de Vargas Machuca (t 1657); del capitano Tri-
stano Lopez de Luna (t 1625); e di altri e di altri, per
la maggior parte soldati, che avevano combattuto sotto
Filippo II nelle guerre della seconda metà del cinquecento,
e erano venuti a Napoli a finire la carriera in qualche
sinecura.
La chiesa aveva dieci cappelle nell’unica sua nave e due
nella crociera ai lati dell’altare maggiore : e in ognuna di
esse erano quadri di buona scuola a giudicarne dagli ag-
gettivi con cui sono accompagnati nell’elenco conservatoci
dal de Lellis. Disgraziatamente questi non segna quasi mai
il nome dei pittori, e le attribuzioni del de Dominici, che
riporterò per amore di compiutezza, debbono accettarsi con
riserva.
Nella tribuna il de Lellis segna due quadri bellissimi:
uno rappresentava l’incoronazione della Madonna e aveva
al piede questa iscrizione: Il Capitan Antonio de Avellan
dio este retablo y doto 20 missas al mes nel aitar privilegiado
a primero sett. 1599. Nell’altro la Vergine era figurata su
di una colonna col Figlio tra le braccia, adorata da alcuni
santi apostoli. Un’iscrizione ricordava che il quadro era
stato donato dal capitano Giovanni Boneta nel 1595. Fu
a questi due quadri sostituita posteriormente la deposizione
della Croce di Luca Giordano di cui parlano il de Domi-
nici e il Sigismondo (0. A sinistra dell’altare maggiore,
nella cappella di S. Antonio, era una statua in marmo di
questo santo, e a destra nella cappella di S. Maria della
Solitaria era un bassorilievo « opera assai bella — dice il
« de Lellis — che infonde nei cori humani sentimenti di
« gran compassione dei dolori di Maria Vergine ».
Il de Dominici attribuisce a Bernardino Siciliano tre qua-
dri, che erano nella nave, e dei quali parla anche il de Lellis
ma senza segnare il nome dei pittori. Uno solo fra questi
mi è riuscito di vedere al Museo Nazionale : vi è dipinto
S. Ildefonso che riceve dalla Vergine le insegne sacerdotali:
gli altri due rappresentavano Cristo all’orto e la morte di

(1) De Dominici, op. cit., voi. IV, p. 153; Sigismondo, Descrizione
della città di Napoli, Nap. 1788. Conf. Filangieri, Indice degli artefici,
voi. I, p. 308.
 
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