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Napoli nobilissima — 1.1892

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NAPOLI NOBILISSIMA

del mille e seicento, seguendo le indicazioni del suo Celano,
passava per queste strade, già ne vedeva in ogni lato chiuso
l’orizzonte da palazzi, da chiese, da conventi.
Appunto in quel tempo, nel 1679, Giuseppe Serra com-
prò da Chiara Penchi, vedova del Consigliere Luigi Gam-
boa, una casa tra le strade dell’Egiziaca e di Monte di Dio.
Giuseppe era figlio di Giovan Francesco, capostipite del
ramo napoletano della nobile famiglia genovese dei Serra,
e aveva ottenuto nel 1678 il titolo di Duca di Cassano.
Un nipote dello stesso nome demolì la vecchia casa; e
gettò verso il principio del secolo XVIII le fondamenta
del nuovo palazzo, la cui costruzione interrotta per la
morte immatura del Duca fu ripigliata e condotta a ter-
mine nella seconda metà di quel secolo dalla figliuola Laura,
sposata ad un cugino del ramo di Genova anche a nome
Giuseppe.

Mentre si costruiva il palazzo Cassano, i Gesuiti riedi-
ficavano su disegno dello stesso Sanfelice Vumile chiesa
della Nunziatella, che loro aveva donato la Marchesa della
Valle, e che non corrispondeva alla commodissima abitazione
annessa, dove avevano allogato il Noviziato. La chiesa do-
veva avere una forma bizzarra, a quanto racconta il De
Dominici.
La pianta sarebbe stata a forma di stella « con gli
« altari situati in isola ad ogni angolo di essa e li quadri
« riportati da angeloni di stucco per levare l’acuto dello
« spigolo, e le finestre anche a forma di stelle, coverta la
« detta chiesa da una cupola così angolata che più bella
« non si poteva desiderare » (*).
Ma, mancando lo spazio, furon costretti a rinunciare ad
un’idea tanto strana, e a costruire la chiesa nel disegno
che tuttora si conserva.


Ricca di marmi pregiati e di pitture
vistose, come tutte le chiese dei Ge-
suiti, ha nel suo insieme un aspetto
gradevole. Tutti gli affreschi della volta
sono del Mura, e le tele dei vani tra
le cappelle del Mazzante, dal quale fu-
rono pure dipinte le tre tele nella Tri-
buna : V Annunziazione, la Nascita e la
Vesitazione. Le sculture che ivi si ve-
dono e le tombe dei fratelli Giovanni
e Michele Giovane sono opere del
Sammartino; e un suo scolaro, Salva-
tore Franco, scolpì il sepolcro del Mar-
chese Giovanni Assenzio y Goyzueta,
che è nella prima cappella a destra.
Nella stessa cappella il quadro della
Vergine svenuta a piè della Croce è
di Ludovico Mazzante, e i due quadri

Scala del Palazzo Cassano.
(Da fotografia del signor Luigi Fortunato).
Il disegno, nello stile del tempo, fu opera di Ferdinando
Sanfelice, che ebbe agio in questo edificio di soddisfare
alla grande sua passione per le scale. Per fortuna questa
volta la bizzarria cedette le armi alla magnificenza ed al
buon gusto e ne risultò una delle scale più belle che sieno
state costruite nei palazzi napoletani di ogni tempo. Degno
di essa è il cortile dal lato dell’Egiziaca, circondato da
archi, sui quali corre un bel loggiato a livello del mag-
giore appartamento, le cui vaste sale conservano tuttora
la ricca e fine decorazione di quel secolo (0.

laterali di Pacecco de Rosa. Nella cap-
pella seguente, dedicata a S. Stanislao
Kosta vi è una tela di altare di Paolo
de Matteis e due tele laterali del Mazzante; la cupoletta
fu dipinta da Giuseppe Mastroleo. A sinistra, la prima
cappella è ornata da un 5. Francesco Saverio, e la seconda
da un S. Ignazio del Mura : e tutte due da affreschi del
Mastroleo. La casa, che conteneva un centinaio di novizi
sotto la direzione di dieci padri (1 2), nel 1767, per l’espul-
sione dei Gesuiti, rimase vacante. Vi fu allogato prima il
Reai collegio Ferdinando, che fu nel 1787 trasferito all’Uni-
versità dove prese il nome di Collegio del Salvatore, e poi
la Reale Accademia Militare.

(1) De Dominici, Vite, Napoli, 1743, tomo III, p. 647; Conf. Ca-
talani, 1 palazzi di Napoli, p. 41. Di altre notizie sono debitore alla
cortesia del presente Duca di Cassano, Francesco Serra.

(1) De Dominici, 0. c., Ili, 646.
(2) D’Engenio, Napoli Sagra, p. 564.
 
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