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Napoli nobilissima — 5.1896

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La ville sur-Yllon, Ludovico de: Le navate minori del duomo
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https://doi.org/10.11588/diglit.69898#0097
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apoli nobilissima

RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

Voi. V.

Fasc. VI.

SOMMARIO.

Le navate minori del Duomo. L. de la Ville sur-Yllon.
Il bassorilievo del Sedile di Porto e la leggenda di Nic-
colò Pesce. III-V. B. Croce.
Castel Sant’ Elmo. IV. Fondazione di D. Pietro di To-
ledo. F. Colonna di Stigliano.
La strada di Toledo. IX. I tumulti del 1647 e del 1799.
Le barricate del 1848. Conclusione. A. Colombo.
Stemmi e corone nel secolo XIV. L. de La Ville sur-Yllon.
Notizie ed osservazioni. Don Fastidio.
Da libri e periodici. Don Ferrante.

LE NAVATE MINORI DEL DUOMO

Entrando nel nostro Duomo per la porta piccola al
lato destro della maggiore, si trova una cappella dedicata
a S. Nicola di Bari. Essa fu eretta nel 1418 da Niccolò
di Diana arcivescovo di Napoli, che vi fu seppellito, e ri-
mase di patronato della sua famiglia : rinnovata nel 1616
dalla famiglia Quadra, successa ai Diana, vi si vedeano
degli affreschi ed un quadro di scuola veneziana rappre-
sentante la Deposizione del Signore. Ora tutto questo è
scomparso, insieme coi sepolcri di Niccolò e Gaspare di
Diana, arcivescovi, e sull’altare c’è un quadro di Paolo
De Matteis, che rappresenta S. Nicola di Bari vescovo di
Mira.
Segue l’importante cappella, detta del Crocifisso. Sul-
l’altare si conserva uno di quegli antichi crocifissi anneriti
e venerabili, che ora sono diventati assai rari: è una scol-
tura in legno evidentemente del sec. XIV, col volto
magro ed affilato, le mani ed i piedi allungati. È vestito
di una tunica di seta rossa ed ha sulla testa una delle spine
della Corona di Cristo, che fu qui portata da Carlo I
d’Angiò.
Ai due lati della cappella sono due sepolcri e due lapidi
con bassorilievi appartenenti alla famiglia Caracciolo dei
Pisquizii, alla quale appartiene. A destra quella di Niccolò
Caracciolo col simulacro del defunto in alto rilievo e con
medaglioni sulla faccia anteriore, su cui c’è l’iscrizione:

Hic jacet Nicolaus Caraczuli filius domini Bernardi Caraczuli
militis de Neapoli qui obiit anno Domini MCCCXXVIII die
XVII November XII indici. Sopra c’è la lastra sepolcrale
di Covello Caracciolo, figlio di Francesco e di Delfina
Caracciolo: l’iscrizione, mezzo cancellata e nascosta dal-
l’intonaco delle rinnovazioni, è così riportata dall’Engenio:
CONDITUR HOC FULCRO GENEROSUS VALDE SEPULCRO
COBELLUS NIMIO PLENUS ET ELOQUIO
ATQUE DEO LETUS SANCTIS DISTIS Q. REPLETUS
HIERONIMI DONA LAUDUM HABUIT Q. BONA
HIC FUIT ORATOR ET VIRGO PACIS AMATOR
FRANCISCI ET DALFINE NATUS AD BONA CUNCTA DATUS
CULTOR HONESTATIS CARACZOLUS ET PROBITATIS
MAGNUS HOMO JUVENIS PERMANS Q. SENES
SUB TRICENTENIS X BIS MILLEQ. SENIS
ANNIS HIC OBIIT ET DEUS HUNC VOLUIT.
Dirimpetto c’è un sepolcro simile, che rinchiude le
ceneri di Matteo Caracciolo protonotario del papa Cle-
mente V, che morì il 26 gennaio 1314. Questo sepolcro,
come il precedente, ha alcune statuette e figure allegoriche,
che guardano la statua del defunto. L’iscrizione dice: Hic
requiescit bon. memor. dominus Mattheus Caraczolus de Nea-
poli quondam domini pape protonotarius qui obiit anno Do-
mini MCCCXIV die XXVI mai duodecima indici. Qui
latet hoc mundo paradisi luce fruatur sii libi requies et sine
nocte dies.
Sopra di esso vi è una lastra di marmo con medaglioni
in bassorilievo rappresentanti la Vergine e due Santi. In-
torno c’è l’iscrizione: Hic jacet corpus nob. molieris domine
Cecchelle Bulcane de Neapoli uxoris nobilis et egregii viri
domini Joannis Caraczuli de Neapoli militis que obiit anno
Domini MCCCLXXIH die ultimo mensis septembris XI in-
dicionis.
È il sepolcro di Cecchella Vulcano, moglie di Giovanni
Caracciolo, morta nel 1373.
Appresso c’erano fino al 1608 le cappelle delle famiglie
Filomarino, Capece Zurlo e Cavaselice, che furono di-
strutte per la costruzione della cappella detta del Tesoro,
eretta dal popolo napoletano, per voto fatto, in tempo di
 
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