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Napoli nobilissima — 5.1896

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del Pezzo, Nicola: Siti Reali
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https://doi.org/10.11588/diglit.69898#0177
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apoli nobilissima
RIVISTA DI TOPOGRAFIA ED ARTE NAPOLETANA

Voi. V.

Fasc. XI.

SOMMARIO.

Siti reali. Il palazzo reale di Portici. I. Stato presente.
II. Origine e vicende sino al periodo francese. III. La
scoperta di Ercolano e il Museo di Portici. N. del Pezzo.
I dipinti a fresco dell’atrio del Platano in S. Severino.
IV. N. F. Faraglia.
Castel S. Elmo. Vili. La repubblica partenopea. F. Co-
lonna dì Stigliano.
Leggende di luoghi ed edifizii di Napoli. IV-V: fine.
B. Croce.
Notizie ed osservazioni. Don Fastidio.
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SITI REALI (I)

IL PALAZZO REALE DI PORTICI.
I.
Stato presente.
« Le chemin, qui conduit de Naples à Portici, depuis
le pont de la Magdeleine, est large, agréable, gami de
maisons d’un coté, et ayant le rivage de l’autre. Une partie
a été plantée, mais les arbres ne s’y conservent guère à
cause de l’air de la mer, du sciroco, et de la sécheresse
du rivage. On passe à S. Giovanni à Peduccio et à Pietra
Bianca pour arriver à Portici » (2). Chi riconosce in questa
descrizione la presente strada di Portici, chi ripeterebbe,
ora, che essa è agréable? Ora, dal quartiere della Madda-
lena, sino alla Croce del Lagno, la strada passa tra opificii
industriali d’ogni genere, distillerie, molini, pastifici!, can-
tieri, etc., e case di popolani; quelli si riconoscono dalle
fumaiole, che annebbiano il cielo, queste dalle persiane
di vimini con un S. Giovanni e il relativo agnello dipinti
a colori vivaci, e dalla caratteristica appesa di melloni di
pane. La strada è affollatissima sempre; sul mattino car-
retti di ortaggi portano ai napoletani il cibo preferito; tutto

(1) Vedi Napoli nobilissima, anno II, n. XI e XII.
(2) Lalande, Voyage en Italie 1765-1766, tom. VI, Généve, 1790.

il giorno poi tram innumerevoli, il rifiuto delle carrozzelle
e degli omnibus partenopei, chars à bancs, che si potrebbero
oggi descrivere come nel « Corricolo » di Alessandro
Dumas, carri stracarichi avviati in gran parte al porto di
Napoli si rincorrono, tenendo la strada in movimento con-
tinuo, interrotto a quando a quando, se un carro, affidato
a ruote malsicure, o insidiato nel suo equilibrio da qual-
che fosso troppo profondo del selciato, cade, versando
sulla via il suo carico: gli uomini allora s’affannano a
metter subito le cose a posto, mentre le bestie affaticate
profittano, mangiando un po’ di crusca o di gramigna, del
riposo inaspettato.
Dopo la Croce del Lagno l1) la strada diventa meno irta
di pericoli, e perde il suo aspetto industriale; gli opificii
danno il luogo a ville amene, poste dalla parte del mare,
e del Vesuvio, ville, il cui comune destino è cambiare
continuamente proprietari. Alla Parrocchia di Portici la via
volge a destra, e, dopo una breve e ripida salita, s’entra
(qui il Lalande può riprendere la parola) « dans une cour
octogone, qui a deux cent soixante pieds de longueur »,
s’entra nel cortile del palazzo reale di Portici. Questo cor-
tile, che così fa parte della grande strada delle Calabrie
(« notte e giorno, diceva a suo tempo il Kotzebue fi),
passano la posta e altre carrozze; non capisco come si fa
a dormire! ») divide l’edifizio, ora, che ha perduta l’antica
destinazione, in due parti, una verso il Vesuvio, l’altra, che
guarda il mare; a ciascuna è annesso un boschetto. La pri-
ma parte è occupata dalla R. Scuola Superiore d’Agricol-
tura. Il grande atrio, tutto ingombro di macchine agrarie,
nel quale s’entra per tre comuni cancelli in ferro, è diviso
in nove parti con nove volte ciascuna sostenuta da quattro

(1) La via, che dalla Croce del Lagno mena a S. Giorgio a Cre-
mano, era un antico alveo, che portava a mare le acque precipitanti
dal Vesuvio; era un lagno. Questa è l’origine probabile del nome: il
popolino di quelle contrade lo attribuisce ad un lamento, che il Cro-
cifisso, posto all’incontro delle due strade, avrebbe tratto, offeso da
mano sacrilega.
(2) Kotzebue, Erinnezungen von emer Reise aus Licfland nach Rom
n. Neapel, Berlino, 1805.
 
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