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G. BONAVENIA
Cagione di tale abbaglio degli archeologi e dei non archeologi
fu il non aver mai posto mente ad esaminare quei mattoni e
molto meno la bocca del loculo stesso, cui si trovarono adat-
tati. Siffatto esame era riserbato ai nostri giorni, e toccò a me
la sorte di esser primo a ricercar quei tre mattoni in Mugnano
del Cardinale, esaminarli ed avvedermi di una particolarità non
considerata (per quanto io sappia) da altri, che cioè parecchie
estremità dei simboli e segni dipinti in ciascuno dei mattoni
trascorrevano nette e precise sotto lo strato dell’intonaco della
calce, della quale rimangono le tracce biancastre. Ciò mi dimo-
strava ad evidenza che quei simboli e quei segni furono dipinti
prima che si intonacassero gli orli dei detti mattoni. Quindi
conchiudeva che quei mattoni furono dipinti fuor d’opera, furono
dipinti altrove. Osservai inoltre che i mattoni differivano in
altezza, e il più alto era proprio quello che rispondeva al capo
della persona defunta, donde io deduceva, che non l’ignoranza
o la sbadataggine del fossore era stata la ragione del trasporsi
le tavole dei mattoni, ma la necessità di applicare il mattone
più alto all’apertura del loculo, che d’ordinario è più alta verso
il capo, e va rastremando verso i piedi. Il fossore pertanto aver
dàto saggio non d’ignoranza, ma di avvedutezza, nell’aver di-
sposta l’iscrizione a questo modo:
LVMENA | PAX TE | CVM FI
cioè secondo le altezze 29, 28, 32 centimetri e non :
PAX TE ! LVMENA ] CVM FI
G. BONAVENIA
Cagione di tale abbaglio degli archeologi e dei non archeologi
fu il non aver mai posto mente ad esaminare quei mattoni e
molto meno la bocca del loculo stesso, cui si trovarono adat-
tati. Siffatto esame era riserbato ai nostri giorni, e toccò a me
la sorte di esser primo a ricercar quei tre mattoni in Mugnano
del Cardinale, esaminarli ed avvedermi di una particolarità non
considerata (per quanto io sappia) da altri, che cioè parecchie
estremità dei simboli e segni dipinti in ciascuno dei mattoni
trascorrevano nette e precise sotto lo strato dell’intonaco della
calce, della quale rimangono le tracce biancastre. Ciò mi dimo-
strava ad evidenza che quei simboli e quei segni furono dipinti
prima che si intonacassero gli orli dei detti mattoni. Quindi
conchiudeva che quei mattoni furono dipinti fuor d’opera, furono
dipinti altrove. Osservai inoltre che i mattoni differivano in
altezza, e il più alto era proprio quello che rispondeva al capo
della persona defunta, donde io deduceva, che non l’ignoranza
o la sbadataggine del fossore era stata la ragione del trasporsi
le tavole dei mattoni, ma la necessità di applicare il mattone
più alto all’apertura del loculo, che d’ordinario è più alta verso
il capo, e va rastremando verso i piedi. Il fossore pertanto aver
dàto saggio non d’ignoranza, ma di avvedutezza, nell’aver di-
sposta l’iscrizione a questo modo:
LVMENA | PAX TE | CVM FI
cioè secondo le altezze 29, 28, 32 centimetri e non :
PAX TE ! LVMENA ] CVM FI