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Nibby, Antonio
Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de'dintorni di Roma (Tomo 3) — [Italien?]: [Verlag nicht ermittelbar], 1837

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https://doi.org/10.11588/diglit.71099#0097
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lib. XII litoreos Pyrgos e mostra esserne stata la via
polverosa;
Quae modo litoreos ibatis carmina Pyrgos,
Ite sacra iam non pulverulenta via est.
E quel libro di epigrammi essendo diretto a Prisco, ed
il distico ai suoi versi stessi, mi muove a credere che
quel Prisco avesse una qualche villa in que' dintorni.
Andò sempre più decadendo durante 1' impero ed ai
tempi di Rutilio cioè sul principio del secolo V era co-
me la vicina città di Alsium ridotta allo stato di vil-
laggio grande piuttosto che una Terra ristretta:
elìsia praelegitur tellus Pyrgique recedunt,
Nunc villae grandes oppida parva prius.
Finalmente rimase affatto deserta e sotto quel nome non
se ne fa più menzione. E certamente che se mai qual-
che residuo di popolazione rimase per un tempo su que-
sta spiaggia, questa fu intieramente estinta dalle feroci
scorrerie de'Saraceni, che nel secolo IX. misero a ferro
e fuoco tutta questa contrada.
Dopo tale abbandono, sorta la potenza de'conti di
Galera, questi estesero il loro dominio fino al mare, e
da un documento riportato dal Galletti nella Storia de'
Conti Tusculani, che si ha manoscritta nel codice va-
ticano n. 8043 si trae, che il celebre conte Gerardo
nel luglio del 1068 donò a Berardo abbate di Farfa la
chiesa di s. Severa, il Castellum s. Severae, e la metà
del porto dello stesso nome ; quindi è duopo credere
che sulle rovine di Pyrgi fosse stata nel secolo XI eret-
ta una chiesa ad onore di s. Severa, ed intorno a que-
sta si formasse un castello dello stesso nome, come pure
che rimanesse il porto, il quale allora divenne per metà,
insieme colla chiesa e col castello, proprietà de'Farfensi.
Ed infatti come proprietà loro trovasi confermata nel
privilegio di Arrigo IV. imperadore a favore del mo-
 
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