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netta, s. Procula, Capannone, Sughereto e Tor Maggio-
re: comprende rabbia 335 e mezza circa, divise nei
quarti denominati del Casale, della Torre, e Quartac-
cio. Il suo nome data almeno fin dal principio del se-
colo XIII. e deriva dalle cave di zolfo che ivi si tro-
vano. Nella bolla di papa Gregorio IX. inserita nel Bul-
larium Lateranense p. 72, frai fondi clie si descrivono
come spettanti allora a s. Giovanni Laterano, cioè l'an-
no 1227, leggesi notato il Castrimi Solpheratae; ed al-
lora sembra che uno solo fosse il tenimento, e che que-
sto avesse un castrum, o casale cinto di mura secondo
il costume di que'tempi. Ma questo tenimento in segui-
to si divise in due , denominati Castrum Sulferata ,
e Castrum Sulferatella: e quello di Sulferata fin dal
primo periodo del secolo XIV. apparteneva ai Leoni al-
meno per metà, mentre l'altro era del Capitolo Late-
ranense. Imperciocché in un istromento esistente nell'
Archivio di s. Maria in Via Lata, e riportato nel codi-
ce vaticano 8050 si legge che nell'anno 1314 la metà
del castrum Sulferatae colla rocca, co'palagi, colle case,
e co' vassalli fu da Giovanni di Leone, che n'era signo-
re, venduta, e si dice che tutto intiero quel castro, con
tutto intiero il suo tenimento era posto nella diocesi di
Albano fra questi confini: il tenimento del castrum Mon-
tis Olibani, ( Monte di Leva ), quello del castrum Sul-
feratellae di s. Giovanni Laterano, quello del casale
di Zalfardine de'Savelli, quello del casale la Masone di
s. Maria Aventina, e quello del casale di s. Proculo del
monastero di s. Paolo: confini sono questi analoghi a
quelli de'due tenimenti oggi insieme uniti. Quel Giovan-
ni di Leone possedeva allora da queste parti altre terre
che pure vendette, come, la metà di Peroni!e, oggi
s. Petronella, e la metà del casale de'Tineosis oggi Tor
Tignosa. Solfarata venne fin dal secolo XVII. in potere
netta, s. Procula, Capannone, Sughereto e Tor Maggio-
re: comprende rabbia 335 e mezza circa, divise nei
quarti denominati del Casale, della Torre, e Quartac-
cio. Il suo nome data almeno fin dal principio del se-
colo XIII. e deriva dalle cave di zolfo che ivi si tro-
vano. Nella bolla di papa Gregorio IX. inserita nel Bul-
larium Lateranense p. 72, frai fondi clie si descrivono
come spettanti allora a s. Giovanni Laterano, cioè l'an-
no 1227, leggesi notato il Castrimi Solpheratae; ed al-
lora sembra che uno solo fosse il tenimento, e che que-
sto avesse un castrum, o casale cinto di mura secondo
il costume di que'tempi. Ma questo tenimento in segui-
to si divise in due , denominati Castrum Sulferata ,
e Castrum Sulferatella: e quello di Sulferata fin dal
primo periodo del secolo XIV. apparteneva ai Leoni al-
meno per metà, mentre l'altro era del Capitolo Late-
ranense. Imperciocché in un istromento esistente nell'
Archivio di s. Maria in Via Lata, e riportato nel codi-
ce vaticano 8050 si legge che nell'anno 1314 la metà
del castrum Sulferatae colla rocca, co'palagi, colle case,
e co' vassalli fu da Giovanni di Leone, che n'era signo-
re, venduta, e si dice che tutto intiero quel castro, con
tutto intiero il suo tenimento era posto nella diocesi di
Albano fra questi confini: il tenimento del castrum Mon-
tis Olibani, ( Monte di Leva ), quello del castrum Sul-
feratellae di s. Giovanni Laterano, quello del casale
di Zalfardine de'Savelli, quello del casale la Masone di
s. Maria Aventina, e quello del casale di s. Proculo del
monastero di s. Paolo: confini sono questi analoghi a
quelli de'due tenimenti oggi insieme uniti. Quel Giovan-
ni di Leone possedeva allora da queste parti altre terre
che pure vendette, come, la metà di Peroni!e, oggi
s. Petronella, e la metà del casale de'Tineosis oggi Tor
Tignosa. Solfarata venne fin dal secolo XVII. in potere