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che una delle prime sue cure appena assunto al supre-
mo sacerdozio fu quella di convocare un concilio in Ro-
ma, onde venisse restituita a papa Formoso la fama, e
sanzionati fossero i suoi atti, dalla fazione opposta vili-
pesi. Parecchi documenti rimangono pertinenti al secolo
X che mostrano Tivoli città grande per quella epoca,
industriosa, e potente: alcuni di questi furono raccolti
dal Fea nella opera, che intitolò Considerazioni sto-
riche fisiche ec. data alla luce l'anno 1827: altri si leg-
gono nel Chronicon Farfense riportato dal Muratori nella
raccolta sovraindicata deRerum Ital. Script. Ma spe-
cialmente m erita ricordo la bolla data da Benedetto
VII. l'anno 978 indicata daH'Ughelli nel tomo I della
sua Italia Sacra p. 1306 e seg. e riportata esattamente
dal Marini ne'Papiri Diplomatici p. 239. In quella
bolla si determinano la giurisdizione ed i diritti del ve-
scovo tiburtino, e si nominano molte contrade e chiese
di Tivoli stessa, come il Foro, il Vico Patrizio, 1' Eu-
ripo colla chiesa di s. Alessandro, e le mole vicino all'
episcopio, la chiesa di s. Paolo, la regione detta For-
mello, la Porta Maggiore, la Porta Oscura, le mura,
la chiesa di s. Pantaleo, la contrada detta Plazzula, va-
rie posterne e fra queste quella di Vesta, il monastero
di s. Benedetto, la contrada di Castro Vetere colle dia-
conie di s. Maria e di s. Giorgio etc. Nel secolo se-
guente Tangmaro nella vita di s. Berwardo vescovo nar-
ra, come essendosi i Tiburtini ribellati contra Ottone
III l'anno 1001, perchè in una certa questione crede-
vano, che egli avesse troppo favorito i Romani, furono
dalfimperadore stretti di assedio: sembra che questo
andasse a lungo, e che accadessero fatti tali da porre
Ottone nella determinazione di far man bassa de' Ti-
burtini; questi però vedendo di non poter più resistere
interposero la mediazione di papa Silvestro II. e del
che una delle prime sue cure appena assunto al supre-
mo sacerdozio fu quella di convocare un concilio in Ro-
ma, onde venisse restituita a papa Formoso la fama, e
sanzionati fossero i suoi atti, dalla fazione opposta vili-
pesi. Parecchi documenti rimangono pertinenti al secolo
X che mostrano Tivoli città grande per quella epoca,
industriosa, e potente: alcuni di questi furono raccolti
dal Fea nella opera, che intitolò Considerazioni sto-
riche fisiche ec. data alla luce l'anno 1827: altri si leg-
gono nel Chronicon Farfense riportato dal Muratori nella
raccolta sovraindicata deRerum Ital. Script. Ma spe-
cialmente m erita ricordo la bolla data da Benedetto
VII. l'anno 978 indicata daH'Ughelli nel tomo I della
sua Italia Sacra p. 1306 e seg. e riportata esattamente
dal Marini ne'Papiri Diplomatici p. 239. In quella
bolla si determinano la giurisdizione ed i diritti del ve-
scovo tiburtino, e si nominano molte contrade e chiese
di Tivoli stessa, come il Foro, il Vico Patrizio, 1' Eu-
ripo colla chiesa di s. Alessandro, e le mole vicino all'
episcopio, la chiesa di s. Paolo, la regione detta For-
mello, la Porta Maggiore, la Porta Oscura, le mura,
la chiesa di s. Pantaleo, la contrada detta Plazzula, va-
rie posterne e fra queste quella di Vesta, il monastero
di s. Benedetto, la contrada di Castro Vetere colle dia-
conie di s. Maria e di s. Giorgio etc. Nel secolo se-
guente Tangmaro nella vita di s. Berwardo vescovo nar-
ra, come essendosi i Tiburtini ribellati contra Ottone
III l'anno 1001, perchè in una certa questione crede-
vano, che egli avesse troppo favorito i Romani, furono
dalfimperadore stretti di assedio: sembra che questo
andasse a lungo, e che accadessero fatti tali da porre
Ottone nella determinazione di far man bassa de' Ti-
burtini; questi però vedendo di non poter più resistere
interposero la mediazione di papa Silvestro II. e del