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Nibby, Antonio
Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de'dintorni di Roma (Tomo 3) — [Italien?]: [Verlag nicht ermittelbar], 1837

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https://doi.org/10.11588/diglit.71099#0197
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colarmente venerato dai Tiburti, e che più templi ebbe
in Tibur, uno grande, principale, che è questo del quale
si tratta, e che per le lapidi apparisce essere stato de-
signato col nome di tempio di Ercole Vincitore, e l'al-
tro nell'acropoli, che dall'essere posto sulla rupe domi-
nante la catarratta dell'Aniene fu detto di Ercole Saxano.
Ma tornando all'avanzo di cella, che è dietro la
cattedrale non veggo difficoltà per ravvisarvi quelli di
un tempio, e forse anche di un altro tempio di Ercole,
come più tempj di Ercole, e vicini fra loro furono in Ro-
ma, ma per le ragioni sovraindicate non posso riconoscer-
vi quello grande e famoso. Dai monumenti però trovati
ne'contorni della cattedrale, e dalla tradizione conser-
vataci delle carte del secolo X ricordate di sopra, è
certo che il ripiano dove è quel rudere, e dove è oggi
la piazza detta dell'Olmo, ed i dintorni di essa occu-
pano il sito dell'antico Foro tiburtino. Al Foro pertanto
appartenne quel tempio, come pure la crypta , o crip-
toportico conosciuto col nome di portico di Ercole, si-
tuato nella contrada denominata il Poggio. Questo ester-
namente presenta dieci archi chiusi che occupano circa
200 piedi di lunghezza, e che conservano traccie ancora
dell'intonaco fortissimo tinto in rosso. Ciascuno di que-
sti archi chiusi ha tre feritoie che servono a dar lume
all' interno, il quale è diviso in due aule da una fila
di ventotto pilastri svelti, e conserva anche esso traccie
che mostrano essere stato dipinto ad arabeschi a fondo
nero. E la costruzione reticolata di questa fabbrica sem-
bra essere contemporanea di quella del tempio dietro
la cattedrale.
Alle rovine poi del tempio grande di Ercole, note
come già dissi, col nome di villa di Mecenate si per-
viene uscendo dalla porta detta Romana , o del Colle;
prima di uscire da questa a mezza strada fra la piazza
 
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