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era la cittadella, io credo potere asserire settima tenta di
incontrare la taccia di leggerezza, clie il tempio roton-
do, volgarmente detto della Sibilla e di Vesta fosse quella
ad Ercole Sassano dedicato, e forse in origine ivi fu il
tempio principale di Tibur, traslocato poscia onde po-
tere avere maggiore spazio, dove oggi se ne veggono le
rovine, descritte a suo luogo.
Questo bel monumento dell'arte antica sorge sul
ciglio della rupe dominante l'Aniene, saxum la dice-
vano gli antichi : siccome la rupe presentava inegua-
glianze, affine di ottenere un' area eguale furono co-
strutti muri solidi di opera incerta, che presentano una
perfetta analogia con altre opei'e della era sillana, alla
quale evidentemente il tempio appartiene. Ed è una
circostanza che merita di essere notata vedere traccio
di tartaro lasciate dall'Aniene sulla parte più bassa di
queste sostruzioni, indizio chiaro ed evidente, che l'acqua
del fiume allorché queste vennero erette e per qualche
tempo dopo le lambiva, che è quanto dire che il li-
vello dell' Aniene a quella epoca era in questo punto
così alto da giungere alle sostruzioni sovraindicate, al-
meno nelle piene ordinarie, e per conseguenza che la
caduta allora avveniva nel punto sotto cui poscia la for-
za delle acque aprissi il varco noto col nome di grotta
delle Sirene. Il tempio è rotondo e perittero: esso sor-
ge nell'area sostrutta dai muri sovraindicati sopra un
podio , o basamento fasciato di travertini , podio ele-
gante, ma non manierato , che apresi dinanzi la porta
della cella per dar luogo alla scala, oggi distrutta , e
fermata da nove gradini, larga quanto 1' intercolunnio,
compresa la metà del diametro delle colonne. Il peri-
stilio veniva formato in origine da 18 colonne: di que-
ste, 10 soltanto rimangono in piedi, cioè 7 sono isolate,
e 3 chiuse entro un muro moderno in modo da rima-
era la cittadella, io credo potere asserire settima tenta di
incontrare la taccia di leggerezza, clie il tempio roton-
do, volgarmente detto della Sibilla e di Vesta fosse quella
ad Ercole Sassano dedicato, e forse in origine ivi fu il
tempio principale di Tibur, traslocato poscia onde po-
tere avere maggiore spazio, dove oggi se ne veggono le
rovine, descritte a suo luogo.
Questo bel monumento dell'arte antica sorge sul
ciglio della rupe dominante l'Aniene, saxum la dice-
vano gli antichi : siccome la rupe presentava inegua-
glianze, affine di ottenere un' area eguale furono co-
strutti muri solidi di opera incerta, che presentano una
perfetta analogia con altre opei'e della era sillana, alla
quale evidentemente il tempio appartiene. Ed è una
circostanza che merita di essere notata vedere traccio
di tartaro lasciate dall'Aniene sulla parte più bassa di
queste sostruzioni, indizio chiaro ed evidente, che l'acqua
del fiume allorché queste vennero erette e per qualche
tempo dopo le lambiva, che è quanto dire che il li-
vello dell' Aniene a quella epoca era in questo punto
così alto da giungere alle sostruzioni sovraindicate, al-
meno nelle piene ordinarie, e per conseguenza che la
caduta allora avveniva nel punto sotto cui poscia la for-
za delle acque aprissi il varco noto col nome di grotta
delle Sirene. Il tempio è rotondo e perittero: esso sor-
ge nell'area sostrutta dai muri sovraindicati sopra un
podio , o basamento fasciato di travertini , podio ele-
gante, ma non manierato , che apresi dinanzi la porta
della cella per dar luogo alla scala, oggi distrutta , e
fermata da nove gradini, larga quanto 1' intercolunnio,
compresa la metà del diametro delle colonne. Il peri-
stilio veniva formato in origine da 18 colonne: di que-
ste, 10 soltanto rimangono in piedi, cioè 7 sono isolate,
e 3 chiuse entro un muro moderno in modo da rima-