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Nibby, Antonio
Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de'dintorni di Roma (Tomo 3) — [Italien?]: [Verlag nicht ermittelbar], 1837

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https://doi.org/10.11588/diglit.71099#0220
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217

Come ne'tempi moderni, così negli antichi Tivoli
fa celebre per la catarratta, che ivi l'Anione faceva, la
quale però ha avuto varie vicende, essendo in epoche
diverse in diversi luoghi avvenuta. La memoria più an-
tica che ci rimanga negli scrittori di questa caduta na-
turale è in Dionisio lib. V. c. XXXVII, che trattando
della guerra frai Romani, e i Sabini nell'anno 251 di
Roma dice che il console Valerio accampossi vicino ai
nemici sulle rive dell' Aniene, fiume , che dalla città
de'Tiburti pieno si precipita da un alta rupe , e si
porta per la pianura de Sabini, e de' Romani , limi-
tando il paese di ambedue questi popoli; e va ad in-
fluire nel fiume Tevere, bello a cedersi , e dolce a
bersi. Non altrimenti ne parla Strabene lib. V c. III.
§. 11. dicendo: Tibur nella quale è l'Eraelèo, e la ca-
tarratta che fa 1' Aniene, fiume navigabile, cadendo
dall'alto in una voragine profonda, e precipitandosi
sotto la città stessa. Quindi praeceps lo chiama Ora-
zio lib. L od. VII: e Properzio lib. III el. XIV. ri-
corda questa caduta in quel pentametro:
Et cadit in patulos lympha Aniena lacus.
E Stazio descrivendo la villa di Vopisco, della quale si
fece poc'anzi menzione indica un secolo dopo Proper-
zio la caduta del fiume collo stesso carattere:
Aut ingens in stagna cadit vitreasque natatu
Plaudit aquas.
Da queste autorità chiaramente deducesi , che 1' Anie-
ne precipitavasi da una rupe, e per conseguenza che
naturale era la caduta e non artificiale^ da un muro di
chiusa, come era in questi ultimi tempi: che precipi-
tavasi in massa, poiché Dionisio lo dice roXu; pieno:
Strabene nbtòzog navigabile: Stazio ingens, grande: che
le cadute erano a scaglioni, in guisa da formare ri-
stagni, come mostrano Properzio e Stazio, sempre ri-
 
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