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Dopo la villa di Quintilio Varo si scende al ponte
dell'Acquoria; ivi la via tiburtina primitiva traversava
l'Aniene ed ancora rimane ben conservato un arco del
ponte primitivo, costrutto di grandi massi di travertino
mirabilmente commessi. Presso a questo veggonsi gli
avanzi di un secondo ponte antico di opera laterizia
costrutto ne'tempi imperiali: e presso a questo altri di
un ponte costrutto nel secolo XV. Ninno di questi ponti
però è più in uso, ed il fiume è andato sempre allon-
tanandosi dalla riva destra, e portatosi a radere la sinistra
°^' " Passa sopra un rozzo ponte di legno. Presso il ponte
antico vedesi sgorgare una sorgente di acqua limpidissima
che dà il nome di Acquoria, cioè acqua aurea, alla contra-
da. Falso è quanto asserisce il Kircher, che volendosi con-
durre quest'acqua in Roma, ne fu deposto il pensiero, per-
chè trovata più bassa di molto della città di Roma; imper-
ciocché il suo livello è in quel punto più alto dell'Anie-
ne, e di là l'Aniene scende con rapido corso ed influisce
dopo circa 25 m. di giro nel Tevere 3 m. fuori di por-
ta Salaria, ossia 4 m. almeno al di sopra del punto, in
che il Tevere entra in Roma, calcolando la distanza se-
condo il corso del fiume.
Un rudere di sepolcro, che trovasi poco distante dal
ponte sulla riva destra del fiume fu attribuito dal Volpi
senza alcuna autorità a Lucio Cellio, trasformando in Cellio
il nome di Gellio, che si legge sull'architrave del tempio ro-
tondo della cittadella; e tutto questo perchè il volgo chia-
ma Ponticelli l'arco di travertino del ponte antico; quasi
che il diminutivo di ponte, che è ponticello, di cui il vol-
go tiburtino ha cangiato la desinenza in ponticelli sia il
nome appellativo di Pons Cellii, Ponte Celli! Degna di
memoria però è la scoperta, che nell'anno 1757 per testi-
monianza di Cabrai si fece nell'olivete allora de'Boschi,
famiglia tiburtina, in questi medesimi contorni di un mar-
Dopo la villa di Quintilio Varo si scende al ponte
dell'Acquoria; ivi la via tiburtina primitiva traversava
l'Aniene ed ancora rimane ben conservato un arco del
ponte primitivo, costrutto di grandi massi di travertino
mirabilmente commessi. Presso a questo veggonsi gli
avanzi di un secondo ponte antico di opera laterizia
costrutto ne'tempi imperiali: e presso a questo altri di
un ponte costrutto nel secolo XV. Ninno di questi ponti
però è più in uso, ed il fiume è andato sempre allon-
tanandosi dalla riva destra, e portatosi a radere la sinistra
°^' " Passa sopra un rozzo ponte di legno. Presso il ponte
antico vedesi sgorgare una sorgente di acqua limpidissima
che dà il nome di Acquoria, cioè acqua aurea, alla contra-
da. Falso è quanto asserisce il Kircher, che volendosi con-
durre quest'acqua in Roma, ne fu deposto il pensiero, per-
chè trovata più bassa di molto della città di Roma; imper-
ciocché il suo livello è in quel punto più alto dell'Anie-
ne, e di là l'Aniene scende con rapido corso ed influisce
dopo circa 25 m. di giro nel Tevere 3 m. fuori di por-
ta Salaria, ossia 4 m. almeno al di sopra del punto, in
che il Tevere entra in Roma, calcolando la distanza se-
condo il corso del fiume.
Un rudere di sepolcro, che trovasi poco distante dal
ponte sulla riva destra del fiume fu attribuito dal Volpi
senza alcuna autorità a Lucio Cellio, trasformando in Cellio
il nome di Gellio, che si legge sull'architrave del tempio ro-
tondo della cittadella; e tutto questo perchè il volgo chia-
ma Ponticelli l'arco di travertino del ponte antico; quasi
che il diminutivo di ponte, che è ponticello, di cui il vol-
go tiburtino ha cangiato la desinenza in ponticelli sia il
nome appellativo di Pons Cellii, Ponte Celli! Degna di
memoria però è la scoperta, che nell'anno 1757 per testi-
monianza di Cabrai si fece nell'olivete allora de'Boschi,
famiglia tiburtina, in questi medesimi contorni di un mar-