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L'assestamento delle cose latine ebbe luogo l'anno
417 di Roma; nel 431 sorse contro de'Tusculani il tri-
buno della plebe Marco Flavio accusandoli innanzi al
popolo di avere fornito ai Veliterni ed ai Privernati i
mezzi di far la guerra ai Romani. Probabilmente quella
fu una nera calunnia: il popolo tusculano sen venne tutto
intiero a Roma colle donne e co'fanciulli, e preso l'abito
de'rei, onde muovere a compassione, implorò il favore
delle tribù, per essere lavati da questa taccia: senza en-
trare nel merito dell'accusa, questo solo spettacolo com-
mosse i Romani, e tutte le tribù abrogarono la legge
proposta dal tribuno , meno la Pollia, la quale fu di
parere, che quelli entrati nella pubertà, dopo essere
stati battuti, venissero uccisi: le donne e i fanciulli se^
condo le leggi di guerra fossero venduti. Riferisce Li-
vio lib. VIII c. XXXVII, che la memoria di questa in-
tenzione della tribù Pollia rimase talmente fitta nella
mente de'Tusculani, che fino agli ultimi tempi della re-
publica ninno della tribù Papiria, alla quale era ascritto
Tusculo, votò a favore de' candidati della Pollia: ed è
da notarsi, che molta influenza aveano i Tusculani nelle
votazioni della tribù Papiria.
Tusculo rimase poi sempre un municipio, e come
tale diè personaggi illustri all'antica Roma; impercioc-
ché varie famiglie celebri traevano di là la origine, co-
me la Mamilia, la Porcia che produsse i due Catoni ,
la Fulvia, la Coruncania, la Giuvenzia, e la Fonteia. E
quanto alla Mamilia se n'è parlato di sopra: della Por-
cia apertamente dichiarasi da Cornelio Nepote, e da
Valerio Massimo lib. III c. IV: della Fulvia, della Co-
runcania , e della Giuvenzia , così scrive Tullio pro
Piando c. VIII. Tu es ex municipio antiquissimo tu-
sculano, esc quo plurimae familiae sunt consulares in
quibus etiam hwentia, quot e reliquis municipiis omnip
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L'assestamento delle cose latine ebbe luogo l'anno
417 di Roma; nel 431 sorse contro de'Tusculani il tri-
buno della plebe Marco Flavio accusandoli innanzi al
popolo di avere fornito ai Veliterni ed ai Privernati i
mezzi di far la guerra ai Romani. Probabilmente quella
fu una nera calunnia: il popolo tusculano sen venne tutto
intiero a Roma colle donne e co'fanciulli, e preso l'abito
de'rei, onde muovere a compassione, implorò il favore
delle tribù, per essere lavati da questa taccia: senza en-
trare nel merito dell'accusa, questo solo spettacolo com-
mosse i Romani, e tutte le tribù abrogarono la legge
proposta dal tribuno , meno la Pollia, la quale fu di
parere, che quelli entrati nella pubertà, dopo essere
stati battuti, venissero uccisi: le donne e i fanciulli se^
condo le leggi di guerra fossero venduti. Riferisce Li-
vio lib. VIII c. XXXVII, che la memoria di questa in-
tenzione della tribù Pollia rimase talmente fitta nella
mente de'Tusculani, che fino agli ultimi tempi della re-
publica ninno della tribù Papiria, alla quale era ascritto
Tusculo, votò a favore de' candidati della Pollia: ed è
da notarsi, che molta influenza aveano i Tusculani nelle
votazioni della tribù Papiria.
Tusculo rimase poi sempre un municipio, e come
tale diè personaggi illustri all'antica Roma; impercioc-
ché varie famiglie celebri traevano di là la origine, co-
me la Mamilia, la Porcia che produsse i due Catoni ,
la Fulvia, la Coruncania, la Giuvenzia, e la Fonteia. E
quanto alla Mamilia se n'è parlato di sopra: della Por-
cia apertamente dichiarasi da Cornelio Nepote, e da
Valerio Massimo lib. III c. IV: della Fulvia, della Co-
runcania , e della Giuvenzia , così scrive Tullio pro
Piando c. VIII. Tu es ex municipio antiquissimo tu-
sculano, esc quo plurimae familiae sunt consulares in
quibus etiam hwentia, quot e reliquis municipiis omnip
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