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Nibby, Antonio
Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de'dintorni di Roma (Tomo 3) — [Italien?]: [Verlag nicht ermittelbar], 1837

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https://doi.org/10.11588/diglit.71099#0322
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fratello, il quale secondo Romualdo Salernitano invitò
l'anno dopo la rotta, cioè nel 1168, papa Alessandro a
venire a Tusculo e pose questa città sotto la sua pro-
tezione, facendo un trattato di concambio, che acremen-
te dispiacque ai Romani. Il card, di Aragona però narra
diversamente questo fatto, dicendo, che mentre Alessan-
dro III. stava a Veroli, dopo essersi ritirato da Roma
sulle galere del re di Sicilia, siccome fu riferito di so-
pra, Bainone, confuso ivi con Gionata, vedendo di non
potere resistere alla lunga agli assalti de' Romani ce-
dette a Giovanni prefetto di Roma la città di Tusculo,
e ne ebbe in cambio Monte Fiascone e Borgo s. Fla-
viano. La meta di queste terre era di dominio diretto
della Chiesa, come lo era pure per la cessione di Od-
done Colonna notata di sopra anche la metà di Tuscu-
lo: quindi il papa sdegnossi di quest' alienazione. Dal-
l'altro canto i Romani non furono, neppure essi , con-
tenti , che Tusculo evitasse così la pena, che si erano
prefissi d'imporgli, e corsero ad assalire quella città a
segno, che Giovanni stesso, che l'avea occupata si vide
costretto a fuggire. Que'di Monte Fiascone non volen-
do intendere questo trattato cacciarono il signore di
Tusculo, che cercò di rientrare nella sua Terra ; ma i
Tusculani, vedendo come li avea vilmente abbandonati,
non solo non gli dierono ricetto entro le mura, ma lo
bandirono dal territorio. Allora fu che si portò dal papa,
e gli cedette tutte le ragioni e diritti , che avea sopra
Tusculo: i suoi feudatari! però lo aveano prevenuto, fa-
cendo una donazione e sottomissione spontanea della loro
citta al papa, la quale egli confermò , e così Tusculo
rientrò direttamente sotto il dominio della Chiesa. L'ano-
nimo cassinense pone la ricupera di Tusculo per parte
del papa l'anno 1170 aggiungendo, che ivi il papa stesso
pertossi reduce da Benevento, e confermò il dì della
epifania in abbate cassinense Domenico.
 
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