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Nibby, Antonio
Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de'dintorni di Roma (Tomo 3) — [Italien?]: [Verlag nicht ermittelbar], 1837

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https://doi.org/10.11588/diglit.71099#0324
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ramente. Ma stiamo ai documenti: nell' atto di concor-
dia fra Clemente III. ed i senatori e popolo romano ri-
ferito dal Baronio T. XII. p. 810 e seg. fragli altri ar-
ticoli leggesi questo: Et quocumque modo Tusculanum
dirvi contigerit nihilominus omnes possessiones et
tenimenta eius intra et extra cum hominibus et re-
bus eorum sint in iure et potestate Romanae Eccle-
siae. E più sotto: De Tusculano si fiet aliocumque mo-
do ad manus nostras devenerit infra dimidium anni
omnes muros et carbonaria civitatis et Roccae Tuscu-
lani, et suburbiorum dabitis nobis ad diruendum ,
quos et quae nunquam, reficietis vita vestra, retentis
etc. Inoltre: Quod si hinc usque ad Kal. Januarii di-
ctum Tusculanum ad manus nostras non venerit, tunc
excommunicabitis Tusculanos et per faleles vestros de
Campania et de Romania cogetis eos perficere de Tu-
sculano quod dietum est supra cum adiutorio nostro.
Da questo documento rilevantissimo della storia di Ro-
ma de'tempi bassi apparisce la volontà decisa de'Roma-
ni di smantellare Tusculo, ed il diritto riconosciuto del
possesso della terra per parte de'papi. Restava a discu-
tere questa faccenda col presidio imperiale in quanto
alla demolizione, e questo si fece pochi anni dopo sot-
to il successore di Clemente III. È pur degno di os-
servazione che in questo trattato di concordia la data è
così espressa: Metani XLIIII anno senatus indictione
ri. mense mali die ultima iussu senatarum consilia-
riorum etc. segno che il senato di Roma continuava ne-
gli atti a seguire la data della riforma fatta nel gover-
no ad insinuazione di Arnaldo da Brescia. Nelle memo-
rie dei Podestà di Reggio inserite come le opere so-
vraccitate nella raccolta muratoriana più distintamente
si accenna che Enrico VI consegnò a Celestino III l'an-
no 1191 la città tusculana, e questi la diè in mano ai
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