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del quale ivi trattasi era quello di Varia stessa, e non
di Tibur, come alcuni pretendono, appoggiandosi alla
origine tiburtina della gente Elvia, di che non cade
dubbio, ma un Elvio poteva beneficare anche altri comu-
ni, e forse gli Elvii avendo i loro fondi da questa parte
appartenevano egualmente a Tibur ed a Varia. Un re-
cente scrittore sopra Tivoli è andato più oltre e con-
fonde questo bagno di Marco Elvio Rufo con quello ri-
cordato da Scevola nel Digesto Lib. XXXII. tit. I. leg.
35. §. 3. con questi termini: Codicillis confirmatis ita
cavit: Tiburtibus municipibus meis amantissimisque ,
scitis balineum iulianum iunctum domiti meae ita ut
publice sumptu haeredum meorum et diligentia decem
mensibus totius anni praebeatur gratis. Come ognun
vede ignota è la persona, e non si tratta di un bagno
dato municipibus et incolis, ma di un bagno partico-
lare soprannomato giuliano, perchè pertinenza di un
Giulio , del quale viene legato l'uso per 10 mesi di
ciascun anno ai Tiburti.
Il Revillas communicò pel primo questa lapide al
gran Muratori, che la inserì nel Tomo L delle iscri-
zioni p. CDLXXVI. n. 11. Cassio Corso delle Acque
T. I. p. 103, De Sanctis p. 40, Chaupy Decouverte
de la Mais, d'Horace T. III. p. 254, e Sebastiani Viag-
gio a Tivoli p. 382 la riprodussero con grandi errori:
io pel primo la diedi esatta nel Viaggio Antiquario alla
villa di Orazio p. 26 e la illustrai. Notai in quella ope-
retta che Marco Elvio Rufo è quello stesso , che fece
prodezze di valore sotto Lucio Apronio proconsole dell'
Affrica nella guerra contro Tacfarinate all' assedio di
Thala l'anno 20 della era volgare, onde riportò dal pro-
console collane, e l'asta pura, e da Tiberio la corona
civica, della quale in questa iscrizione si fregia: veggasi
Tacito Annal. lib. III. c. XXI. Salendo al secondo ri-
del quale ivi trattasi era quello di Varia stessa, e non
di Tibur, come alcuni pretendono, appoggiandosi alla
origine tiburtina della gente Elvia, di che non cade
dubbio, ma un Elvio poteva beneficare anche altri comu-
ni, e forse gli Elvii avendo i loro fondi da questa parte
appartenevano egualmente a Tibur ed a Varia. Un re-
cente scrittore sopra Tivoli è andato più oltre e con-
fonde questo bagno di Marco Elvio Rufo con quello ri-
cordato da Scevola nel Digesto Lib. XXXII. tit. I. leg.
35. §. 3. con questi termini: Codicillis confirmatis ita
cavit: Tiburtibus municipibus meis amantissimisque ,
scitis balineum iulianum iunctum domiti meae ita ut
publice sumptu haeredum meorum et diligentia decem
mensibus totius anni praebeatur gratis. Come ognun
vede ignota è la persona, e non si tratta di un bagno
dato municipibus et incolis, ma di un bagno partico-
lare soprannomato giuliano, perchè pertinenza di un
Giulio , del quale viene legato l'uso per 10 mesi di
ciascun anno ai Tiburti.
Il Revillas communicò pel primo questa lapide al
gran Muratori, che la inserì nel Tomo L delle iscri-
zioni p. CDLXXVI. n. 11. Cassio Corso delle Acque
T. I. p. 103, De Sanctis p. 40, Chaupy Decouverte
de la Mais, d'Horace T. III. p. 254, e Sebastiani Viag-
gio a Tivoli p. 382 la riprodussero con grandi errori:
io pel primo la diedi esatta nel Viaggio Antiquario alla
villa di Orazio p. 26 e la illustrai. Notai in quella ope-
retta che Marco Elvio Rufo è quello stesso , che fece
prodezze di valore sotto Lucio Apronio proconsole dell'
Affrica nella guerra contro Tacfarinate all' assedio di
Thala l'anno 20 della era volgare, onde riportò dal pro-
console collane, e l'asta pura, e da Tiberio la corona
civica, della quale in questa iscrizione si fregia: veggasi
Tacito Annal. lib. III. c. XXI. Salendo al secondo ri-