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minia, di Lucio Cassio Longino Ravilla che costrusse la
Cassia, di Marco Emilio Scauro, che lastricò la Emilia
occidentale prolungando l'Aurelia, sembra doversi de-
durre , che almeno fino al primo periodo del VII. se-
colo di Roma fosse questa una delle cure de' censori.
Ed infatti Cicerone De Legibus lib. III. c. III, dove pro-
pone le leggi riguardanti i magistrati, dice che i cen-
sori urbis tempia , vias, aquas , aerarium,, vectigalia
tuento. Sembra però , che nel primo periodo di quel
secolo, fralle tante innovazioni proposte da Caio Gracco,
ancor questa vi fosse, d' investire di tale incombenza i
tribuni della plebe ; imperciocché leggesi nella sua vita
scritta da Plutarco, che quel tribuno pose specialmente
studio in costruire le vie, ponendo mente insieme alla
loro commodità , bellezza e decorazione : egli , come
narra lo stesso biografo, fu il primo ad indicare con pie-
tre milliarie la misura di mille passi, ossia cinquemila
piedi, in che le vie erano divise. Il suo esempio fu se-
guito da Curione tribuno della plebe de'tempi di Cice-
rone, il quale, secondo Appiano, Guerre Civili lib. II,
per non essere sorpreso di aver tutto ad un tratto
cangialo partito, propose riparazioni fortissime, e co-
struzioni di molte vie, e di esserne fatto presidente
per cinque anni, legge , che Celio in una sua lettera
a Cicerone Fam. lib. VIII. ep. VI. appellò viaria, che
fu da Curione proposta insieme colla legge alimenta-
ria, e che viene paragonata all' agraria di Rullo : tale
proposizione si fece nel gennaio dell'anno 703.
E circa questi tempi sembra , che la cura del ri-
sarcimento delle vie esterne veniva assunta da perso-
naggi , che procuravano così di accattivarsi la plebe ,
onde averla favorevole ne'comizii. Cicerone scrivea ad
Attico lib. X. ep. I. nel luglio dell'anno 688, che Caio
Minucio Termo era curatore della via flaminia , e che
minia, di Lucio Cassio Longino Ravilla che costrusse la
Cassia, di Marco Emilio Scauro, che lastricò la Emilia
occidentale prolungando l'Aurelia, sembra doversi de-
durre , che almeno fino al primo periodo del VII. se-
colo di Roma fosse questa una delle cure de' censori.
Ed infatti Cicerone De Legibus lib. III. c. III, dove pro-
pone le leggi riguardanti i magistrati, dice che i cen-
sori urbis tempia , vias, aquas , aerarium,, vectigalia
tuento. Sembra però , che nel primo periodo di quel
secolo, fralle tante innovazioni proposte da Caio Gracco,
ancor questa vi fosse, d' investire di tale incombenza i
tribuni della plebe ; imperciocché leggesi nella sua vita
scritta da Plutarco, che quel tribuno pose specialmente
studio in costruire le vie, ponendo mente insieme alla
loro commodità , bellezza e decorazione : egli , come
narra lo stesso biografo, fu il primo ad indicare con pie-
tre milliarie la misura di mille passi, ossia cinquemila
piedi, in che le vie erano divise. Il suo esempio fu se-
guito da Curione tribuno della plebe de'tempi di Cice-
rone, il quale, secondo Appiano, Guerre Civili lib. II,
per non essere sorpreso di aver tutto ad un tratto
cangialo partito, propose riparazioni fortissime, e co-
struzioni di molte vie, e di esserne fatto presidente
per cinque anni, legge , che Celio in una sua lettera
a Cicerone Fam. lib. VIII. ep. VI. appellò viaria, che
fu da Curione proposta insieme colla legge alimenta-
ria, e che viene paragonata all' agraria di Rullo : tale
proposizione si fece nel gennaio dell'anno 703.
E circa questi tempi sembra , che la cura del ri-
sarcimento delle vie esterne veniva assunta da perso-
naggi , che procuravano così di accattivarsi la plebe ,
onde averla favorevole ne'comizii. Cicerone scrivea ad
Attico lib. X. ep. I. nel luglio dell'anno 688, che Caio
Minucio Termo era curatore della via flaminia , e che