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Nibby, Antonio
Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de'dintorni di Roma (Tomo 3) — [Italien?]: [Verlag nicht ermittelbar], 1837

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https://doi.org/10.11588/diglit.71099#0521
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me, ed i 1000 passi equivalevano a 5000 piedi. Osser-
vò Rome de l' Isle nel suo eccellente trattato che inti-
tolò Metrologie p. 18, che ne entravano 75 a grado,
e per conseguenza il miglio romano antico stà al miglio
italiano moderno come 75 a 60, che è quanto dire che
è un quinto più corto : ossia, che equivale a 755 tese,
4 piedi, 8 pollici, ed 8 linee di Francia, corrispondendo
il piede romano a 10 polì. 10 lin. 60/100 del piede
parigino , mentre il piede inglese corrisponde ad 11.
poll. 3 lin. 25/100: ossia il miglio antico eguaglia 6666
palmi romani ed otto oncie. Ed è cosa degna di osser-
vazione, come i Romani moderni abbiano abbandonato
una misura così in rapporto col grado del meridiano ,
come quella testé indicata del miglio di 75 a grado per
adottarne un' altra corrispondente a 74 299/500 tale
essendo il rapporto fra 1' antico ed il moderno miglio
romano , che è più lungo dell' antico 8 tese, 1 piede,
3 poll, e 4 linee. Le misure di distanza negli scritto-
ri greci vengono enunciate per stadii, i quali secondo
Dionisio, Strabono, e Plinio erano la ottava parte del
miglio, ossia di 625 piedi romani ciascuno.
Fu una istituzione tutta romana il misurare le vie
ed indicare con colonne di pietra le miglia, che lapi-
des, e milliaria si dissero, e perciò la distanza indi-
cavasi colla nota formula ad VI, ad X, ec. lapidem.
Inventore di questo commodo pubblico fu Cajo Gracco,
il quale, secondo Plutarco, nella sua vita c. XII. dice:
ed inoltre misurando in miglia tutta la via : . . .
innalzò colonne di pietra come segni della misura.
Passo che da per se stesso indicherebbe la insussisten-
za della opinione di coloro, che credono essersi comin-
ciate a contare le miglia dalla colonna milliaria eretta
da Augusto tanto tempo dopo nel Foro Romano e chia-
mata Milliarium Aureum, perchè dorata. Dione lib.LIV.
 
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