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La valle di questo canale è artificialmente scavata nel
tufa, che in varie parti si mostra, malgrado le coltiva-
zioni: essa dilungasi da maestro a scirocco per lo spa-
zio di 650 piedi: la larghezza è di 250. Essendo riem-
piuto intieramente di acqua, dai getti che sgorgavano
in fondo, e da moltiplici bocche che si vedono ancora
a destra e sinistra, formava un bacino vastissimo , nel
quale scorrevano barche.
Entrandovi dal canto di maestro si riconosce a destra
una fila di stanze a doppio piano, addossate al poggio:
esse sono di opera reticolata, ed hanno le volte dipinte:
un portico esterno a pilastri le precedeva , e la volta
di questo era dal canto delle camere appoggiata ai men-
soloni di travertino che ancora vi restano. Ciascuno fa-
cilmente riconoscerà in queste camere una idea degli
alberghi posti lungo il canale canopèo , menzionati da
Strabono. Sotto il portico contansi 20 camere: due fuo-
ri di esso guardano maestro. Incontro a queste camere
a sinistra non vi sono le corrispondenti, ma una lunga
sostruzione con contrafforti regge il colle orientale: e in
essa veggonsi i fori che facevano sgorgare le acque nella
valle. Nell'appressarsi al nicchione, la falda a destra e
sinistra più aderente al canale era stata ridotta a cor-
donata a molti ripiani per ascendere sul terrazzo del
tempio: queste due cordonate erano adorne di statue ap-
partenenti al culto egizio ; ivi furono rinvenuti i monu-
menti egizio-romani citati di sopra , oggi esistenti nel
Canopo capitolino. Finalmente si giunge al magnifico
nicchione donde sgorgavano fontane che mantenevano
l'acqua sempre viva e rinascente nel sottoposto canale.
Esso è un semicircolo perfetto la cui volta a foggia di
conchiglia rimane in gran parte, e secondo Piranesi era
rivestita di musaico bianco: un vestibolo con colonne
di marmo caristio di ordine jonico serviva come di pro-
La valle di questo canale è artificialmente scavata nel
tufa, che in varie parti si mostra, malgrado le coltiva-
zioni: essa dilungasi da maestro a scirocco per lo spa-
zio di 650 piedi: la larghezza è di 250. Essendo riem-
piuto intieramente di acqua, dai getti che sgorgavano
in fondo, e da moltiplici bocche che si vedono ancora
a destra e sinistra, formava un bacino vastissimo , nel
quale scorrevano barche.
Entrandovi dal canto di maestro si riconosce a destra
una fila di stanze a doppio piano, addossate al poggio:
esse sono di opera reticolata, ed hanno le volte dipinte:
un portico esterno a pilastri le precedeva , e la volta
di questo era dal canto delle camere appoggiata ai men-
soloni di travertino che ancora vi restano. Ciascuno fa-
cilmente riconoscerà in queste camere una idea degli
alberghi posti lungo il canale canopèo , menzionati da
Strabono. Sotto il portico contansi 20 camere: due fuo-
ri di esso guardano maestro. Incontro a queste camere
a sinistra non vi sono le corrispondenti, ma una lunga
sostruzione con contrafforti regge il colle orientale: e in
essa veggonsi i fori che facevano sgorgare le acque nella
valle. Nell'appressarsi al nicchione, la falda a destra e
sinistra più aderente al canale era stata ridotta a cor-
donata a molti ripiani per ascendere sul terrazzo del
tempio: queste due cordonate erano adorne di statue ap-
partenenti al culto egizio ; ivi furono rinvenuti i monu-
menti egizio-romani citati di sopra , oggi esistenti nel
Canopo capitolino. Finalmente si giunge al magnifico
nicchione donde sgorgavano fontane che mantenevano
l'acqua sempre viva e rinascente nel sottoposto canale.
Esso è un semicircolo perfetto la cui volta a foggia di
conchiglia rimane in gran parte, e secondo Piranesi era
rivestita di musaico bianco: un vestibolo con colonne
di marmo caristio di ordine jonico serviva come di pro-