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tribuirono questa vittoria alla protezione di s. Geraldo,
in cui onore fu poscia edificata nel 1395 una cappella
particolare nella cattedrale. Non si erano appena riavu-
ti da quella guerra che due anni dopo cioè nel 1383 si
videro esposti ad un' altra per parte di Fabrizio Colon-
na partigiano dell' antipapa : si rivolsero pertanto ai Ro-
mani che strinsero lega con loro offrendosi mediatori
per conchiudere definitivamente la pace col conte di
Fondi, a condizione che Velletri venisse governata da
un podestà romano, il che venne accettato. Conchiusa
questa pace papa Urbano VI nel 1389 spedì in Velle-
tri pel migliore ordinamento della città Jacopo Orsini,
e dall' altro canto richiese, che si mandassero a lui due
cittadini , onde poter conferire con loro: e di ciò fa
fede un breve diretto al commune ed esistente nell'ar-
chivio municipale.
In que' tempi di scisma per la Chiesa e di anar-
chia per questa parte d'Italia il castello dell' Ariano so-
vrastante a Velletri, del quale fu trattato nell' art.
ARIANO era una castellania, da cui dipendeva Gen-
zano, ed era proprietà de' Savelli: Bonifacio IX. volendo
ricuperarlo scrisse al commune di Velletri l'anno 1399
un breve esortandolo a porre in opera tutte le forze
per ottenere questo scopo, e sembra che la impresa sor-
tisse buon effetto, poiché questo stesso papa assegnon-
ne le rendite al monastero delle Tre Fontane l'anno
1404 secondo una bolla riferita dal Ratti nella Storia
di Genzano p. 119. Dopo la morte di quel papa i Ro-
mani affacciarono di nuovo la pretensione del pagamen-
to di mille lire annue, al quale il commune crasi an-
tecedentemente obbligato, onde i Velletrani ricorsero
ad Innocenzo VII per la esenzione e la ottennero. Nella
venuta di Ladislao re di Napoli Velletri venne più vol-
te occupato dalle sue genti, e quindi abbandonato; Gio-
tribuirono questa vittoria alla protezione di s. Geraldo,
in cui onore fu poscia edificata nel 1395 una cappella
particolare nella cattedrale. Non si erano appena riavu-
ti da quella guerra che due anni dopo cioè nel 1383 si
videro esposti ad un' altra per parte di Fabrizio Colon-
na partigiano dell' antipapa : si rivolsero pertanto ai Ro-
mani che strinsero lega con loro offrendosi mediatori
per conchiudere definitivamente la pace col conte di
Fondi, a condizione che Velletri venisse governata da
un podestà romano, il che venne accettato. Conchiusa
questa pace papa Urbano VI nel 1389 spedì in Velle-
tri pel migliore ordinamento della città Jacopo Orsini,
e dall' altro canto richiese, che si mandassero a lui due
cittadini , onde poter conferire con loro: e di ciò fa
fede un breve diretto al commune ed esistente nell'ar-
chivio municipale.
In que' tempi di scisma per la Chiesa e di anar-
chia per questa parte d'Italia il castello dell' Ariano so-
vrastante a Velletri, del quale fu trattato nell' art.
ARIANO era una castellania, da cui dipendeva Gen-
zano, ed era proprietà de' Savelli: Bonifacio IX. volendo
ricuperarlo scrisse al commune di Velletri l'anno 1399
un breve esortandolo a porre in opera tutte le forze
per ottenere questo scopo, e sembra che la impresa sor-
tisse buon effetto, poiché questo stesso papa assegnon-
ne le rendite al monastero delle Tre Fontane l'anno
1404 secondo una bolla riferita dal Ratti nella Storia
di Genzano p. 119. Dopo la morte di quel papa i Ro-
mani affacciarono di nuovo la pretensione del pagamen-
to di mille lire annue, al quale il commune crasi an-
tecedentemente obbligato, onde i Velletrani ricorsero
ad Innocenzo VII per la esenzione e la ottennero. Nella
venuta di Ladislao re di Napoli Velletri venne più vol-
te occupato dalle sue genti, e quindi abbandonato; Gio-