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Nibby, Antonio
Roma nell'anno 1838: descritta da Antonio Nibby (Parte 1): Antica — Roma: Tipografia delle belle arti, 1838

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https://doi.org/10.11588/diglit.68900#0280
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260 Materiali di Lusso, Marmi
di Egitto ed altri viaggiatori posteriori. Un passo di Pli-
nio lib. XXXVI. c. VII. induce a credere che in Ro-
ma fosse introdotto circa i tempi di Claudio ; ed infat-
ti finora in tanti rottami ed in tanti scavi ninno n’ è
apparso anteriore a quella epoca. E ne’ primi tempi la
distanza delle cave, la difficoltà del trasporto e la du-
rezza eccessiva della pietra fu causa che si usasse con
gran parsimonia ; ma queste stesse difficoltà incitarono
P ambizione romana, ad abbellire con questa pietra le
loro fabbriche, e fin dai tempi di Adriano così Gomma-
ne divenne , che ne’ tempi della decadenza per 1’ uso
generale che se ne faceva fu in luogo di porfiretica det-
ta pietra romana siccome la chiamano Codino Orig, Consta
pag. 65, e Cedreno Comp. delle Storie p. 296. L’ e-
sempio più antico di data certa ancora esistente in Ro-
ma dell’ uso di questa pietre sono le colonne che orna-
no le edicole nell’ interno del Panteon edificate ai tem-
pi di Settimio Severo: a quella epoca pure appartiene-
il magnifico labro, o urna che chiamano di Marco Agrip-
pa e che orna oggi il mausoleo di papa Clemente XIL
in s. Giovanni Laterano : e statue panneggiate di que-
sta pietra pure adornavano 1’ arco di Settimio Severo a
piè del Capitoli©, come si trae dagli scavi fatti 1’ anno-
1833, quando ne furono trovati frammenti colossali. Bel-
le colonne di questa pietra ornano le chiese di Roma ,
e particolarmente in questo distinguonsi il Battisterio La-
teranense, e la chiesa di s. Crisogono. Magnifiche per la
mole sono le urne mortuarie dette di s. Elena,e s. Costan-
za, lavoro del IV. secolo, ed esistenti oggi nel Museo Va-
ticano. Plinio 1. XXXVI. c. VII. ricorda una specie
particolare di porfido che chiamavano leucostictos, ossia
a punti bianchi, per la bianchezza de’ punti, della qua-
le specie forniscono un bell’ esemplare le colonne an-
teriori della confessione nella chiesa di s. Agnese fuo-
ri le mura.
 
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