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Nibby, Antonio
Roma nell'anno 1838: descritta da Antonio Nibby (Parte 1): Moderna — Roma: Tipografia delle Belle Arti, 1839

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https://doi.org/10.11588/diglit.68898#0095
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s. Anastasia 73
stala intonacala, e mutilata, nondimeno conserva traccie
che la fanno riconoscere come rifatta nel secolo XII.
Fu poscia rinnovata, come oggi si vede Panno 1606 da
Beatrice Torres e dal card, suo fratello.
Un cortile scoperto introduce alla chiesa per una
porta, come già dissi, che si apre di fianco, ed imme-
diatamente incontro si presenta l’altare di s. Stefano or-
nato di due colonne di bigio venato, e di un quadro
rappresentante la morte del santo, opera di Pietro da
Cortona citata dal Pascoli T. I p. 5. e non ispregevo-
le. Nell’altare seguente dove si venera la immagine della
Madonna sono due colonne di porta santa ed alcune
operette a fresco che diconsi del cav. di Arpino, ma
non si ricordano dal Baglioni nella vita di quell’artista.
Sull’altare maggiore è un quadro di Ciro Ferri rap-
presentante il santo titolare che guarisce una inferma,
opera ricordata dal Pascoli T. I. p. 172. L’altare se-
guente ornato di due colonne di breccia rossa ha un
quadro rappresentante la Deposizione della croce, che
il Titi dice fatto con ogni studio dal Romanelli, e se-
condo il Pascoli T. I p. 96 a competenza del s. Ste-
fano del Cortona. Nell’ultimo altare sono due colonne
di alabastro fiorito, e la statua di stucco di s. Benedetto,
lavoro di Orfeo Buselli sul modello di Francesco Du-
quesnoy, detto il fiammingo. I peducci della cupola fu-
rono dipinti da Francesco Cozza come mostra il Pasco-
li T. II. p. 69.
S. ANASTASIA. É a piedi dell’angolo occidenta-
le del Palatino, fra questo ed il Circo Massimo nel rio-
ne X. detto di Campiteli], e titolo cardinalizio·, viene
uffiziata in giorni stabiliti da canonici.
La sua esistenza rimonta certamente al quinto se-
colo , poiché nel sinodo tenuto a Roma sotto Gelasio I.
l’anno 492 si legge la sottoscrizione di Giuliano arci-
 
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