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Nibby, Antonio
Roma nell'anno 1838: descritta da Antonio Nibby (Parte 1): Moderna — Roma: Tipografia delle Belle Arti, 1839

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https://doi.org/10.11588/diglit.68898#0391
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s. Maria in Cosmedis 367
a Maria Vergine, veggonsi diverse storielle della sua vita,
lavorate a fresco da Antonio Pomaranci; nell’altra con-
tigua, dedicata a s. Andrea, avvi il quadro co’laterali e
la volta dipinti da Marzio Colantonio romano. L’Assunta
cogli apostoli nella terza cappella fu condotta a olio da
Francesco Nappi, che dipinse pure gli affreschi intorno.
Le tre mezze figure in marmo di bassorilievo sull’altare
dell’ultima cappella furono scolpite da Raffaello di Mon-
telupo. La chiesa tutta quanta è ornata di marmi e stuc-
chi dorati in abbondanza, per cui riesce di nobile e mae-
stoso aspetto : essa è uffiziata dai cappellani dello spe-
dale unitole, come dicemmo sopra.
S. MARIA IN GOSMEDIN, O SCUOLA GRECA.
Chiesa collegiale e parrocchiale del rione XII. , Ripa.
In questo luogo eravi anticamente un tempio dedicato
alla Pudicizia patrizia , secondo alcuni, e secondo altri
v’era un portico dello Schola Cassii, e chiamato in se-
guito scuola greca. Qui dunque s. Dionigi papa eresse
la chiesa di cui parliamo, nel III. secolo dell’era vol-
gare, il che la Tenderebbe anteriore di quasi 50 anni a
quella di s. Giovanni in Laterano. S. Adriano I. nel
772, avendola ornata assai riccamente, fu essa chiamata
s. Maria in Cosmedin, titolo che ancora conserva, e ciò
a cagione che la voce greca, significa nel no-
stro linguaggio, ornamento. Il volgo suol chiamarla, la
Bocca della Ferità, perchè nel portico della chiesa, a
man sinistra, si osserva una gran pietra rotonda e rozza
rappresentante un mascherone, con occhi e bocca forati,
il quale in altri tempi servir dovette a chiudere alcu-
na chiavica. Pure il popolo minuto ostinasi a credere
che quel mascherone stesse già sull’altare di Giove Am-
inone, e vi si conducessero innanzi i rei di spergiuro per
iscoprirli; tantoché tuttavia ritiene per fermo, che chi,
 
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