546 Chiese
Leone IV., succeduto a Sergio IL, compì l’opera da
questo lasciata imperfetta , facendo dipinger la chiesa
nelle pareti laterali , ed ornando la tribuna con un
buon musaico. Ai tempi del nominato autore le pit-
ture delle pareti più non esistevano, e del musaico ri-
manevano pochi avanzi , conservandosi però i seguenti
versi posti sotto di esso :
Sergius hanc coepit Praesul quarn cernitis aedemt
Cui moriens nullum potuit conferve decorerà*.
Sed mox Papa Leo quartus dum culmina sistit
Romanae sedis, divino tactus amore
Perfecit solers melius quarn coepta manebat;
.Atque pia totani pictura ornavit honeste,
Coenobiumque sacrum statuii monaco sque locavit,
Qui Domino assiduas valeant persolvere laudesi
Talibus ut donis coelestia scandere possit
Regna, quibus Martinus ovans, Silvester et almus
Praefulgit, gaudetque simul cum praesule Christo,
Quorum prò meritis haec tempia dicata coruscant»
Cedi rUgonio, opera citata, pagg. 253 e 254.
Il suddetto Leone IV., come ricavasi dai versi ri-
portati sopra, circa l’anno 750 diede la chiesa ai mo-
naci perchè la uffiziassero, essendoché antichissimamen-
te fu posseduta da’preti secolari, i quali l’ottennero un’
altra volta e la tenevano ancora nel 1259. Bonifacio
Vili, alla fine posevi i PP. Carmelitani calzati della
provincia di Roma, ed a questi affidò anche la cura
delle anime.
Correndo il secolo XVI., verso la sua fine, il card.
Diomede Carafa, vedendo che la chiesa per vecchiez-
za minacciava ruina , la racconciò e fecevi condurre
delle pitture, impetrando anche dal pontefice Paolo IV·,
Leone IV., succeduto a Sergio IL, compì l’opera da
questo lasciata imperfetta , facendo dipinger la chiesa
nelle pareti laterali , ed ornando la tribuna con un
buon musaico. Ai tempi del nominato autore le pit-
ture delle pareti più non esistevano, e del musaico ri-
manevano pochi avanzi , conservandosi però i seguenti
versi posti sotto di esso :
Sergius hanc coepit Praesul quarn cernitis aedemt
Cui moriens nullum potuit conferve decorerà*.
Sed mox Papa Leo quartus dum culmina sistit
Romanae sedis, divino tactus amore
Perfecit solers melius quarn coepta manebat;
.Atque pia totani pictura ornavit honeste,
Coenobiumque sacrum statuii monaco sque locavit,
Qui Domino assiduas valeant persolvere laudesi
Talibus ut donis coelestia scandere possit
Regna, quibus Martinus ovans, Silvester et almus
Praefulgit, gaudetque simul cum praesule Christo,
Quorum prò meritis haec tempia dicata coruscant»
Cedi rUgonio, opera citata, pagg. 253 e 254.
Il suddetto Leone IV., come ricavasi dai versi ri-
portati sopra, circa l’anno 750 diede la chiesa ai mo-
naci perchè la uffiziassero, essendoché antichissimamen-
te fu posseduta da’preti secolari, i quali l’ottennero un’
altra volta e la tenevano ancora nel 1259. Bonifacio
Vili, alla fine posevi i PP. Carmelitani calzati della
provincia di Roma, ed a questi affidò anche la cura
delle anime.
Correndo il secolo XVI., verso la sua fine, il card.
Diomede Carafa, vedendo che la chiesa per vecchiez-
za minacciava ruina , la racconciò e fecevi condurre
delle pitture, impetrando anche dal pontefice Paolo IV·,