700 Chiese
incontro alla Basilica Laterahenié da cui dipende. In
questo luogo era una cappella congiunta al Patriarchio
Lateranense , dedicata a s. Lorenzo, dove si conserva-
vano un infinito numero di preziose reliquie, e vi fu-
rono anche le teste de’ santi Pietro e Paolo. U ponte-
fice Sisto V., allorché eresse il nuovo palazzo papale
unito alla Basilica, fece erigere ancora l’edifizio di che
si tratta , perché più degnamente vi si custodissero le
ricordate reliquie, dedicandolo al Ssmo Salvatore, ciò
avvenne l’anno 1589; architetto ne fu il cav. Domeni-
co Fontana. Sisto V. ivi pose la scala santa, così no-
minata perchè è pia tradizione ch’essa si componga di
que’gradini medesimi che Gesù Cristo salì essendo por-
tato nel Pretorio innanzi a Pilato: tali gradini in fatto
sono di marmo bianco venato di Tiro, lo che acquista
maggiore autorità alla tradizione antica.
Vedesi nell’innanzi un portico di travertini a cin-
que archi , muniti con cancelli di ferro , per ognun
de’quali si fa capo ad un branco di scale, che metto-
no alla parte superiore della fabbrica. Quello di mez-
zo è formato di 28 gradini, che sono gli stessi detti
di sopra, coperti però da Clemente XII» di legno , e
si costuma salirli colle ginocchia , in venerazione del
Salvatore, che si ritiene li salisse già co’suoi piedi: le
altre quattro scale laterali sono di peperino e servono
per ascendere e discendere dal santuario superiore.
Sull’alto, di prospetto alla scala santa, trovasi la cap-
pella, detta de’Santi , chiusa da muri e da grosse in-
ferriate: in essa si venera un’antichissima immagine del
Salvatore, opera di greco artefice, conforme si stima ,
sfuggita alla distruzione che delle sacre immagini fece
Leone Isaurico. Innocenzo III. fecela riporre entro ua
armadio di argento, e dirado viene mostrata al popolo,
il quale l’adora con una special divozione.
incontro alla Basilica Laterahenié da cui dipende. In
questo luogo era una cappella congiunta al Patriarchio
Lateranense , dedicata a s. Lorenzo, dove si conserva-
vano un infinito numero di preziose reliquie, e vi fu-
rono anche le teste de’ santi Pietro e Paolo. U ponte-
fice Sisto V., allorché eresse il nuovo palazzo papale
unito alla Basilica, fece erigere ancora l’edifizio di che
si tratta , perché più degnamente vi si custodissero le
ricordate reliquie, dedicandolo al Ssmo Salvatore, ciò
avvenne l’anno 1589; architetto ne fu il cav. Domeni-
co Fontana. Sisto V. ivi pose la scala santa, così no-
minata perchè è pia tradizione ch’essa si componga di
que’gradini medesimi che Gesù Cristo salì essendo por-
tato nel Pretorio innanzi a Pilato: tali gradini in fatto
sono di marmo bianco venato di Tiro, lo che acquista
maggiore autorità alla tradizione antica.
Vedesi nell’innanzi un portico di travertini a cin-
que archi , muniti con cancelli di ferro , per ognun
de’quali si fa capo ad un branco di scale, che metto-
no alla parte superiore della fabbrica. Quello di mez-
zo è formato di 28 gradini, che sono gli stessi detti
di sopra, coperti però da Clemente XII» di legno , e
si costuma salirli colle ginocchia , in venerazione del
Salvatore, che si ritiene li salisse già co’suoi piedi: le
altre quattro scale laterali sono di peperino e servono
per ascendere e discendere dal santuario superiore.
Sull’alto, di prospetto alla scala santa, trovasi la cap-
pella, detta de’Santi , chiusa da muri e da grosse in-
ferriate: in essa si venera un’antichissima immagine del
Salvatore, opera di greco artefice, conforme si stima ,
sfuggita alla distruzione che delle sacre immagini fece
Leone Isaurico. Innocenzo III. fecela riporre entro ua
armadio di argento, e dirado viene mostrata al popolo,
il quale l’adora con una special divozione.