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Nibby, Antonio
Roma nell'anno 1838: descritta da Antonio Nibby (Parte 1): Moderna — Roma: Tipografia delle Belle Arti, 1839

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https://doi.org/10.11588/diglit.68898#0740
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710 Chiesi
ventata , a novo restauravi^ Veggasi, Anast. Bibliot*
nella vita di Adriano ΐ. Niccolò I· parimente le rinno-
vò e vi fabbricò, come testifica lo stesso Anastasio nella
sua vita , dicendo: Via Appia Coemeterium s. Christi
mart. Sebastiani in catacumba, ubi apostolorum corpo-
ra jacerunt, quod multis ab annis rituerat, meliori illud
fabrica renovavit. Vedi, Anast. Bibliot. nella vita dì
Niccolò I.
In queste catacombe, che altro non erano in fatto
che cave da cui estraevasi la così detta pozzolana per
gli edifici di Roma, si ritiravano i cristiani per isfug-
gire il furor delle persecuzioni, ed in esse seppelliva-
no i corpi de’loro compagni che avevan dato il sangue
e la vita per la fede. Collocavan essi i cadaveri in lun-
ghi filari di due o tre ordini ad intervalli bastevole, e
poscia coprivanli con tegole e talvolta con pietre. Ave-
vano il costume d’incidere su di esse il nome del de-
funto ed il tempo del suo martirio, aggiungendovi an-
che degli emblemi sacri, rappresentanti spesso dei sim-
boli della religione. Nell’interno delle fosse di frequen-
te si trovano allato al cadavere gl’istrumenti con cui
fu martirizzato, e l’ampolla col suo sangue entrovi rac-
colto. Queste catacombe , o cave, rimasero in venera-
zione ancora dopo scorso il tempo delle persecuzioni ,
e moltissimi cristiani bramavan che dopo morti le loro
ossa giacessero presso quelle de’ santi martiri. Oltre i
74 mila, a quanto si fa ascendere il numero de’corpi
di essi ivi sepolti, come si disse, v’ebbero eziandio se-
poltura 14 pontefici. Il luogo è commesso alla cura
speciale della congregazione delle sante reliquie, ed il
guardiano di essa lo è anche delle catacombe. Di queste
scrissero dottamente, Antonio Bosio, Paolo Arringhi, An-
ton Maria Baldetti, Giovanni Bottari, ed al presente ne
ha trattato con erudizione il prof. Giuseppe Scitele,
 
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