s. Silvestro al Quirinale 717
sandrino ed alcuni angioli; il rimanente della cappella,
dipinto a fresco, è opera del Nebbia. Nell’altare della
cuocerà vedesi il quadro co’ santi Gaetano ed Andrea
Avellino, collorito da Antonio Ricci, detto Barbalunga,
il quale in esso imitò assai bene Domenichino suo mae-
stro, particolarmente ne’ puttini ; ma Γ ornamento nella
parete con arme, figure ed altri capricci a chiaroscu-
ro è di mano del P. Zoccolino Teatino. Dai lati dell’
aitar maggiore furono già due quadri , in uno de’quali
era effigiato s. Pietro, e nell’altro s. Paolo, coloriti am-
bidue da frate Bartolommeo da Savignano, ossia da s. Mar-
co, domenicano, al quale mancato il tempo di perfezio-
narli, lasciò il s. Pietro non finito nello studio di Raf-
faello, acciocché lo compisse, come si crede che faces-
se. Questi due quadri furono di qui tolti ad oggi am-
miratisi nel palazzo pontificio al Quirinale, e per la loro
bellezza da molti stimaronsi opere del Sanzio. La vol-
ta innanzi all’altar maggiore, dove nel mezzo è uno sfon-
dato con alcuni puttini sopra certe mensole che scor-
ciano molto bene, fu eseguita da Gio. Alberti dal Bor-
go s. Sepolcro. Sono anche sue alcune figure, e fuori
dell’arco due armi in iscorto; le altre però che stanno
nella volta con quegli angioli che tengon le armi fuori
dell’arco, furono eseguite da Cherubino Alberti. La vol-
ta poi dalla parte del coro fu condotta con ornamenti
e prospettive, del detto P. Zoccolino, e le figure ven-
nero dipinte a fresco da Giuseppe Agellio da Sorrento.
Nel fondo del coro è una Madonna col Bambino, opera
assai bella: la disputa di Gesù, fra’dottori da un lato è
pittura del P. Biagio Betti, copiata , come dice il Titi,
da un originale di Leonardo da Vinci; dall’altro la Ma-
donna e s. Gaetano sono di Lazzaro Baldi.
La cappella di cuocerà da man sinistra, dopo l’al-
tare grande, fabbricata dai signori Bandini con archi-
sandrino ed alcuni angioli; il rimanente della cappella,
dipinto a fresco, è opera del Nebbia. Nell’altare della
cuocerà vedesi il quadro co’ santi Gaetano ed Andrea
Avellino, collorito da Antonio Ricci, detto Barbalunga,
il quale in esso imitò assai bene Domenichino suo mae-
stro, particolarmente ne’ puttini ; ma Γ ornamento nella
parete con arme, figure ed altri capricci a chiaroscu-
ro è di mano del P. Zoccolino Teatino. Dai lati dell’
aitar maggiore furono già due quadri , in uno de’quali
era effigiato s. Pietro, e nell’altro s. Paolo, coloriti am-
bidue da frate Bartolommeo da Savignano, ossia da s. Mar-
co, domenicano, al quale mancato il tempo di perfezio-
narli, lasciò il s. Pietro non finito nello studio di Raf-
faello, acciocché lo compisse, come si crede che faces-
se. Questi due quadri furono di qui tolti ad oggi am-
miratisi nel palazzo pontificio al Quirinale, e per la loro
bellezza da molti stimaronsi opere del Sanzio. La vol-
ta innanzi all’altar maggiore, dove nel mezzo è uno sfon-
dato con alcuni puttini sopra certe mensole che scor-
ciano molto bene, fu eseguita da Gio. Alberti dal Bor-
go s. Sepolcro. Sono anche sue alcune figure, e fuori
dell’arco due armi in iscorto; le altre però che stanno
nella volta con quegli angioli che tengon le armi fuori
dell’arco, furono eseguite da Cherubino Alberti. La vol-
ta poi dalla parte del coro fu condotta con ornamenti
e prospettive, del detto P. Zoccolino, e le figure ven-
nero dipinte a fresco da Giuseppe Agellio da Sorrento.
Nel fondo del coro è una Madonna col Bambino, opera
assai bella: la disputa di Gesù, fra’dottori da un lato è
pittura del P. Biagio Betti, copiata , come dice il Titi,
da un originale di Leonardo da Vinci; dall’altro la Ma-
donna e s. Gaetano sono di Lazzaro Baldi.
La cappella di cuocerà da man sinistra, dopo l’al-
tare grande, fabbricata dai signori Bandini con archi-