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uno nella chiesa di s. Giovanni , l’altro nel battistero
Lateranese, ed il terzo nell’ oratorio di s. Croce. Dopo
si recava nel portico di s. Venanzio , dove sedutosi
colla corte, veniva l’arclitichlinio, o coppiere, col vino,
e mentre dava bere a tutti, i cantori cantavano una se-
quenza in lingua greca , la quale in latino ha questo
senso: Pascila, sacrurn nobis hodie ostensum est. Pa-
scila novum sanctum. Pascila misticum. Pascila venera-
bitissimum. Pascila Christus Salvator. Pascila inimacu-
latum. Pascila magnmn. Pascila fidelium. Pascila quocl
portas nobis paradisi aperis. Pascha quod omnes pu“
rificat fideles. Finito di cantare la sequentia, i cantori
baciavano il piede al papa, ed egli dava loro a bere,
quindi tutti di là partivano· Anche il lunedì di Pasqua
cantavansi dal pontefice i detti tre Vesperi ne’ luoghi
medesimi. Si legge nel c^remoniale di Celestino II. che
la vigilia di s. Giovan Battista la Curia (così chiamavansi
il Clero e la cappella del papa) cantava il vespero e la
notte faceva la vigilia nell’oratorio di s. Giovanni in
Fonte, ed i greci nella cappella del Salvatore: il gior-
no poi della festa, dalla Curia facevasi altrettanto nella
medesima cappella, e dai greci nel battisterio.
SS. VENANZIO ED ANSUINO DE’CAMERINESI.
Chiesa già parrocchiale del rione X., Campitelli, posta
dirimpetto al palazzo Muti in una piccola piazza presso
quella di aracoeli. Essa fu già dedicata a s. Gio. Bat-
tista, detto in Mercatello , dal mercato ch’ivi facevasi
anticamente, e che poscia dal Senato romano venne tra-
sferito in piazza Navona. Dal pontefice Paolo III., nel
1542, fu conceduta ad una congregazione di gentiluo-
mini per mantenervi ed istruirvi nella fede i catecu-
meni e neofiti, i quali essendo in appresso stati traslo-
cati alla Madonna dei Monti, la chiesa di cui parliamo
fu data a’moaaci Basiliani di Grotta Ferrata, che la cc-
uno nella chiesa di s. Giovanni , l’altro nel battistero
Lateranese, ed il terzo nell’ oratorio di s. Croce. Dopo
si recava nel portico di s. Venanzio , dove sedutosi
colla corte, veniva l’arclitichlinio, o coppiere, col vino,
e mentre dava bere a tutti, i cantori cantavano una se-
quenza in lingua greca , la quale in latino ha questo
senso: Pascila, sacrurn nobis hodie ostensum est. Pa-
scila novum sanctum. Pascila misticum. Pascila venera-
bitissimum. Pascila Christus Salvator. Pascila inimacu-
latum. Pascila magnmn. Pascila fidelium. Pascila quocl
portas nobis paradisi aperis. Pascha quod omnes pu“
rificat fideles. Finito di cantare la sequentia, i cantori
baciavano il piede al papa, ed egli dava loro a bere,
quindi tutti di là partivano· Anche il lunedì di Pasqua
cantavansi dal pontefice i detti tre Vesperi ne’ luoghi
medesimi. Si legge nel c^remoniale di Celestino II. che
la vigilia di s. Giovan Battista la Curia (così chiamavansi
il Clero e la cappella del papa) cantava il vespero e la
notte faceva la vigilia nell’oratorio di s. Giovanni in
Fonte, ed i greci nella cappella del Salvatore: il gior-
no poi della festa, dalla Curia facevasi altrettanto nella
medesima cappella, e dai greci nel battisterio.
SS. VENANZIO ED ANSUINO DE’CAMERINESI.
Chiesa già parrocchiale del rione X., Campitelli, posta
dirimpetto al palazzo Muti in una piccola piazza presso
quella di aracoeli. Essa fu già dedicata a s. Gio. Bat-
tista, detto in Mercatello , dal mercato ch’ivi facevasi
anticamente, e che poscia dal Senato romano venne tra-
sferito in piazza Navona. Dal pontefice Paolo III., nel
1542, fu conceduta ad una congregazione di gentiluo-
mini per mantenervi ed istruirvi nella fede i catecu-
meni e neofiti, i quali essendo in appresso stati traslo-
cati alla Madonna dei Monti, la chiesa di cui parliamo
fu data a’moaaci Basiliani di Grotta Ferrata, che la cc-