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Nibby, Antonio
Roma nell'anno 1838: descritta da Antonio Nibby (Parte 1): Moderna — Roma: Tipografia delle Belle Arti, 1839

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https://doi.org/10.11588/diglit.68898#0790
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76Ό Chiese
per ognuno, quattro delle quali sono di granito, quat-
tro di bigio. Le porte della chiesa sono di noce, e me-
ritano particolaie attenzione per essere assai bene scol-
pite in bassorilievo.
La chiesa di cui abbiamo parlato non è più titolo
di cardinale prete; v’è peraltro la stazione il giorno XIX.
di quadragesima: ivi in ogni venerdì dell’anno solevasi
distribuire del pane ai poveri d’ambo i sessi, e ciò per
un legato che Francesco Siila gentiluomo della Marca
lasciò, consistente in un reddito annuo di molti scudi.
Il luogo propriamente ov’è essa edificata dicesi la val-
le di Quirino , una delle regioni più abitate di Roma
antica, e di cui Giovenale fa menzione, dicendo:
. . . Offìcìum cras
Primo sole mihi peragendiun in valle Quirini,
Qui, secondo Ovidio, era il tempio del Fortuna publica7
e lo accenna in questi versi:
Qz/i elicei quondam sacratam in valle Quirini
Hac Fortuna die publica ver ut erit.
Nel medesimo circuito, Cornelio Nipote pone la casa
di Pomponio Attico, amico di Cicerone.
SS. VITO E MODESTO. Chiesa del rione I. ,
Monti , posta accanto all’arco di Gallieno , sul ripiano
principale dell’Esquilino, che unisce insieme ì colli Op-
pio @ Crispio· Essa ebbe il nome di s. Fito in Macello
fin dal secolo IX., sì per essere situata presso il ma-
cello Liviano, sì (conforme affermai! taluni) pel macel-
lo de’martiri che fu fatto in queste parti, il sangue de*
quali andavano raccogliendo le sante sorelle Prassede e
Potenziana, dando poscia a’ioro corpi sepoltura. Fedi
Andrea Fulvio, lib. II. cap. FI.
 
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