Università’ 305
e nell’altro il prospetto interiore dell’edifizio dell’Uni-
versità, col motto, omnis sapientia a domino. Nel
1662 nella nuova chiesa si cominciò a solennizzar la fe-
sta di s. Luca , sin da’primi tempi venerato come il
protettor dello studio; nel 1663 diedesi principio alla
celebrazione dell’esequie per Leone X., e in seguito il
Collegio degli avvocati Concistoriali tolsero a celebrar
la festività di s. Ivo, patrono del Collegio.
Peraltro, se l’edilizio dell’Archiginnasio poco dopo
la metà del secolo XVII. rimaneva terminato e ador-
no bellamente , non però pigliava novello vigore , nè
sene accrebbero gl’intrinseci pregi. Se Alessandro VII.
avesse più a lungo vissuto non è da dubitare che non
avesse provveduto anche a ciò; ma per la sua immatu-
ra morte gli studj decaddero, e Clemente IX. che gli
successe nel pontificato, quantunque dotto e amatore dei
dotti, visse troppo poco per occuparsi di porger rime-
dio al male. Clemente X. , salito al trono in età de-
crepita, non fu al caso di pigliar vigorose risoluzioni in-
torno a così delicata faccenda. La guerra che ardeva
tra il turco e la casa d’Austria, minacciando l’intera Eu-
ropa, la empì di torbidi avvenimenti, bastanti a disto-
gliere Innocenzo XI. da ogni altro pensiere ; per cui
l’Università sempre più venne scadendo di pregio. Pu-
re Clemente X. e Innocenzo XL procurarono come po-
teron meglio di vantaggiarla , quegli coll’ arricchii- la
Biblioteca, questi facendo erigere il teatro anatomico,
a insinuazione del suo medico , il famoso Gio. Maria
Lancisi: sotto il medesimo pontefice l’altare della chie-
sa fu ornato di vaghi marmi. Trattante però la Con-
gregazione cardinalizia sullo studio di Roma veniva di
mano in mano mancando, finché sotto Innocenzo XL
affatto si estinse ( Card, de Luca, Retai. Rom, Cur.
Disc. XXVII. n. I. ).
e nell’altro il prospetto interiore dell’edifizio dell’Uni-
versità, col motto, omnis sapientia a domino. Nel
1662 nella nuova chiesa si cominciò a solennizzar la fe-
sta di s. Luca , sin da’primi tempi venerato come il
protettor dello studio; nel 1663 diedesi principio alla
celebrazione dell’esequie per Leone X., e in seguito il
Collegio degli avvocati Concistoriali tolsero a celebrar
la festività di s. Ivo, patrono del Collegio.
Peraltro, se l’edilizio dell’Archiginnasio poco dopo
la metà del secolo XVII. rimaneva terminato e ador-
no bellamente , non però pigliava novello vigore , nè
sene accrebbero gl’intrinseci pregi. Se Alessandro VII.
avesse più a lungo vissuto non è da dubitare che non
avesse provveduto anche a ciò; ma per la sua immatu-
ra morte gli studj decaddero, e Clemente IX. che gli
successe nel pontificato, quantunque dotto e amatore dei
dotti, visse troppo poco per occuparsi di porger rime-
dio al male. Clemente X. , salito al trono in età de-
crepita, non fu al caso di pigliar vigorose risoluzioni in-
torno a così delicata faccenda. La guerra che ardeva
tra il turco e la casa d’Austria, minacciando l’intera Eu-
ropa, la empì di torbidi avvenimenti, bastanti a disto-
gliere Innocenzo XI. da ogni altro pensiere ; per cui
l’Università sempre più venne scadendo di pregio. Pu-
re Clemente X. e Innocenzo XL procurarono come po-
teron meglio di vantaggiarla , quegli coll’ arricchii- la
Biblioteca, questi facendo erigere il teatro anatomico,
a insinuazione del suo medico , il famoso Gio. Maria
Lancisi: sotto il medesimo pontefice l’altare della chie-
sa fu ornato di vaghi marmi. Trattante però la Con-
gregazione cardinalizia sullo studio di Roma veniva di
mano in mano mancando, finché sotto Innocenzo XL
affatto si estinse ( Card, de Luca, Retai. Rom, Cur.
Disc. XXVII. n. I. ).