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Ojetti, Ugo [Editor]; Palazzo Pitti [Contr.]
La pittura italiana del Seicento e del Settecento alla mostra di Palazzo Pitti — Milano [u.a.]: Bestetti e Tumminelli, 1924

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UNTERBERGHER FRANCESCO SEBALDO.
Fratello di Michelangiolo, nacque a Cavalese nel 1706; fu da prima scolaro dell'Alberti ; poi a Venezia studiò col
Pittoni. Stabilitosi quindi a Bressanone, vi rimase per quarant'anni ; finche ritiratosi a Cavalese, vi morì nel 1776. Ese-
guì specialmente pale d'altare e piccoli quadretti, sparsi oggi per il Trentino e per il Tirolo.
UNTERBERGHER IGNAZIO.
Fratello di Cristoforo, nipote di Michelangiolo e di Francesco, nacque a Cavalese nel 1748; studiò in patria alla
scuola di Francesco suo zio e sugli esempi di Giuseppe Alberti; poi a Roma, col fratello Cristoforo, divenne abilis-
simo neU'imitare gli stili dei varii pittori, e collaborò alla decorazione della Villa Borghese al Pincio. Tornato per breve
tempo a Cavalese, si recò a Vienna, vi fu nominato accademico e vi morì nel 1801. D'ingegno versatilissimo e dotto cono-
scitore delle antichità, fu anche incisore, modellatore e meccanico; come pittore eseguì allegorie, bambocciate grottesche.
UNTERBERGHER MICHELANGIOLO.
Capostipite di una famiglia di artisti, nacque a Cavalese, nel Trentino, nel 1695; studiò in patria con 1'Alberti; poi
a Venezia, e probabilmente col Piazzetta; lavorò a Passavia e nel 1738 si recò a Vienna, ove tenne la direzione del-
l'Accademia di Belle Arti fino alla morte, avvenuta nel 1758. Trattò specialmente la pittura religiosa ed il ritratto;
ed opere sue si trovano nel Trentino, nell'Alto Adige, nel Tirolo, in Austria ed in Moravia.
VACCARO ANDREA.
Nacque a Napoli nel 1598; sembra fosse scolaro di Gerolamo Imparato e seguisse perciò il Caravaggio; ma più gli
giovò l'amicizia di Massimo Stanzioni, che lo avrebbe spinto allo studio di Guido Reni. Visse ed operò in Napoli,
ove morì nel 1670, quando ormai trionfavano Mattia Preti e Luca Giordano. Trattò di preferenza soggetti religiosi,
continuando la maniera dello Stanzioni; « ma allo studio dei paesaggi sostituì quello del nudo, alla ricerca del colore
vivace preferì quella del chiaroscuro violento, e fu sempre corretto, armonioso, magari schematico, e spessissimo fu
freddo nell'espressione, convenzionale nei tipi». (De Rinaldis).
VALENTIN.
Nacque in Brie (Parigi) circa il 1600; passò giovanetto a Roma al tempo del Caravaggio, del quale fu uno dei più
giudiziosi imitatori; e morì in Roma, dopo una vita disordinata, a soli trentadue anni, nel 1632. Dipinse più che altro
quadri di cavalletto per privati, con scene per lo più di genere, ma ebbe anche l'onore di fare per San Pietro in
Vaticano il quadro del Martirio di San Processo e Martiniano vicino all'altro del Poussin, ambedue oggi nella Pina-
coteca Vaticana. Il Valentin si distingue per un fare accurato e deciso e per un dipingere fluido ed elegante.
VIANI DOM. MARIA
Nacque a Bologna nel 1668 da Giovanni, pittore; fu scolaro del padre; studiò le opere dei Carracci in patria ed a
Venezia quelle di Tiziano e di Paolo Veronese. Lavorò in patria e morì a Pistoia nel 1711. Trattò soggetti sacri
e mitologici « seguendo una maniera molto ombreggiata e forte » (Crespi).
VIGNALI JACOPO.
Nacque in Casentino nel 1592; fu allievo di Matteo Rosselli, ma imitò anche il Guercino; operò particolarmente per
chiese di Firenze, ove morì nel 1664. E uno dei migliori coloritori della scuola fiorentina del Seicento, ed è facil-
mente riconoscibile per le dolci gradazioni e le delicate sfumature della sua tavolozza.
VINCENZINA (o VINCENZINO) GIUSEPPE.
Nacque e visse a Milano nel secolo XVIII. Eseguì maestrevolmente quadri di fiori, sapientemente composti e con-
dotti con un colorito piacevolmente succoso. Numerosi allievi e seguaci, e in particolar modo la figlia Francesca, ne
seguitarono la maniera.
 
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